“Gentile Professoressa, l’amico editore Marzio Zanantoni (non soltanto editore, ma anche uomo di vasta cultura e di vivi interessi) mi ha fatto il graditissimo dono del libro su Engels, opera Sua, di Bruna Bianchi e di Adriana Lotto (1). Io sono un settantatreenne ammiratore, fin da quando ero giovane, di Engels e convinto che alla grandezza di Engels, (‘pari’ a quello di Marx, per alcuni aspetti anche superiore) non si sia ancora dato, tranne poche eccezioni, il riconoscimento che merita. Negli anni Settanta – cioè non moltissimo tempo fa, ma la situazione politica, o meglio etico-politico-culturale, è talmente cambiata, e ‘cambiata in peggio’, da suscitare l’impressione che sia trascorso un secolo! – tentati anch’io una rilettura e una rivalutazione di Engels, in un saggio che andò a finire in un volume, ‘Sul materialismo’, pubblicato a Pisa, Nistri Lischi 1970, 2a ed. 1975. Quel mio tentativo ebbe qualche consenso, come si può vedere dai saggi di Badaloni, Ragionieri, Gerratana, e della Longinotti), che anche voi citate (ma Gerratana in più punti mi aveva preceduto). (…) Recentemente Zanantoni ha voluto, con eccessivo ottimismo, ripubblicar quel volume con una mia nuova introduzione. Il risultato è stato quello che prevedevo: un silenzio pressoché completo. Ma poco male! L’importante, invece, è che studiosi e studiose molto più giovani come voi tre, molto meglio preparate di me, abbiate ripreso coi vostri scritti e, suppongo, anche col vostro insegnamento, la “battaglia engelsiana”. (…) È vero: molte delle idee teoriche sviluppate poi da Marx (e attribuite, già da Engels, con eccessiva generosità a Marx) si trovano già ‘in nuce’ negli scritti di Engels: specialmente, anche se non soltanto, in quello splendido libro giovanile sulla ‘Condizione della classe operaia in Inghilterra’ in cui non si sa se si debba più ammirare la lucidità dell’analisi economico-sociale o – fin dalla dedica, che rileggo sempre con commozione – la profonda solidarietà con gli oppressi (anche come scrittore Engels dovrebbe figurare nelle storia della letteratura tedesca, e temo che non vi figuri). E direi che quel libro susciti un’impressione di ‘attualità’ più adesso che alcuni decenni fa. Ancora negli anni Sessanta-Ottanta del nostro secolo molti “benpensanti” – alcuni anche iscritti al PCI! – mi dicevano: “Ma il capitalismo, oggi, non è più il capitalismo brutale, selvaggio, descritto da Engels! Oggi c’è il neocapitalismo keynesiano, gli operai stanno bene, in Inghilterra e anche in Italia”. C’era allora, qualcosa di vero in quelle affermazioni, ma di superficialmente e transitoriamente vero. Oggi il linguaggio dei nostri governanti, industriali, economisti – anche di quelli, e sono i più ipocriti ,che si dichiarano di “sinistra” – è diventato di nuovo il linguaggio duro, economicisticamente spietato, dei capitalisti del tempo del libro di Engels (…)” (pag 332-333) [Sebastiano Timpanaro ‘Intorno a Engels. Lettere a Simonetta Ortaggi’, (in) AaVv, ‘Per Sebastiano Timpanaro’, Il Ponte, Firenze, n. 10-11, ottobre-novembre 2001] [Lettera di Sebastiano Timpanaro a Simonetta Ortaggi, del 18 luglio 1997] [(1) Bruna Bianchi Adriana Lotto Simonetta Ortaggi, ‘Economia guerra e società nel pensiero di Friedrich Engels’, Edizioni Unicopli, Milano, 1997 pag 234]