“L’attività di Haussmann appartiene all’imperialismo napoleonico favorente il capitalismo finanziario. A Parigi la speculazione si trova al suo apogeo. Gli espropri di Haussmann ingenerano la speculazione rasentando la truffa. Le sentenze della Corte di cassazione, promosse dall’opposizione borghese e orleanista, aumentano i rischi finanziari della haussmannizzazione. Haussmann cerca d’offrire un solido sostegno alla sua dittatura mettendo Parigi in uno stato di regime speciale. Nel 1864 dona sfogo alla sua sovversione per le popolazioni instabili delle grandi città in un discorso alla Camera. A causa delle sue imprese queste popolazioni andranno però ad ingrossarsi costantemente. L’aumento dei canoni di locazione conduce i proletari nei sobborghi. In questa maniera i quartieri di Parigi perdono la loro fisionomia. La “cintura rossa” si costituisce. Haussmann si è dato lui stesso l’appellativo di “artista demolitore”. Possedeva una vera e propria vocazione per l’opera che aveva intrapreso; lo sottolineò chiaramente nelle sue memorie. I mercati centrali appaiono la realizzazione meglio riuscita di Haussmann, e si può riconoscere in ciò un sintomo assai interessante. Si diceva che dopo il passaggio di Haussmann nel centro storico della città fosse rimasto solo una chiesa, un ospedale, un edificio pubblico e una caserma. Hugo e Mérimée fanno comprendere quanto le trasformazioni di Haussmann siano apparse ai parigini come un vero e proprio monumento del dispotismo napoleonico. Gli abitanti della città non si sentono più a casa loro, e iniziano così a divenire coscienti del carattere disumano della grande città. L’opera monumentale di Maxime Du Camp, ‘Paris’, deve la sua esistenza a questa consapevolezza. Le acque-forti di Meryon (verso il 1850) prendono la maschera mortuaria della vecchia Parigi. Il vero obiettivo dell’opera di Haussmann era quello d’offrire un’assicurazione contro l’eventualità di una guerra civile. Voleva rendere impossibile per sempre la costruzione di barricate nelle strade di Parigi. Perseguendo il medesimo obiettivo Luigi Filippo aveva già introdotto la pavimentazione stradale in legno. Tuttavia le barricate avevano svolto un ruolo importante nella Rivoluzione di febbraio. Engels si occupò dei problemi tattici nei combattimenti sulle barricate. Haussmann mira a prevenirli in due modi. La larghezza delle strade per renderne l’erezione impossibile, e la realizzazione di nuove strade ritte per permettere il passaggio veloce dalle caserme ai quartieri popolari. I contemporanei hanno battezzato la sua impresa: “abbellimento strategico”” (pag 40); “La barricata è stata resuscitata dalla Comune. Più forte e meglio concepita di prima. Ora occlude i grandi ‘boulevards’ e sovente s’innalza sino all’altezza dei primi piani, celando le trincee che la costituiscono. Allo stesso modo in cui il Manifesto Comunista’ conclude l’epoca dei cospiratori di professione, così la Comune dissolve la fantasmagoria che governa le prime aspirazioni proletarie. Tramite essa l’illusione che il compito della rivoluzione proletaria fosse di giungere al compimento dell’opera del 1780 in stretta collaborazione con la borghesia, si dilegua. Questa chimera aveva segnato il periodo 1831-1871, ossia a partire dai disordini di Lione fino alla Comune. La borghesia non ha mai condiviso quest’errore. La sua lotta contro i diritti sociali del proletariato è vecchia quanto la grande rivoluzione. Essa coincide con il movimento filantropico che la occulta, e che ha avuto il suo pieno sviluppo con Napoleone III. All’epoca del suo governo nacque la monumentale opera di questo movimento: il libro di Le Play, ‘Operai Europei’. Vicino alla posizione d’apertura della filantropia, la borghesia ha sempre assunto una posizione ambigua nel confronti della lotta di classe. Già nel 1831 riconosce nel ‘Giornale dei dibattiti’: “Ogni impresario vive nella sua fabbrica come i proprietari delle piantagioni stanno assieme ai loro schiavi”. Se è stato fatale per i vecchi moti dei lavoratori che nessuna teoria rivoluzionaria sia stata in grado di mostrargli il cammino, d’altra parte questa è apparsa anche la condizione necessaria per donare a quelle teorie la forza e l’entusiasmo di perseguire energicamente la realizzazione di un nuovo tipo di società. Quest’entusiasmo che culminò nella Comune guadagnò qualche volta alla causa dei lavoratori i migliori elementi della borghesia, mentre dall’altra portò gli operai a rimanere soggiogati dai suoi peggiori elementi. Rimbaud e Courbet si schiararono con la Comune. L’incendio di Parigi è il degno coronamento dei lavori di distruzione del barone Haussmann” (pag 44-45); “Non c’è da stupirsi se l’interesse della massa, la prima volta che si mostra, possa superare di gran lunga l’idea o la rappresentazione che se ne possedeva dei suoi limiti effettivi” (Marx Engels, La Sainte-Famille) (pag 15); “I trucchi sottili nel rappresentare gli oggetti inanimati sono ciò che Marx chiamerà “i capricci teologici’ della merce” (pag 20) [Walter Benjamin, ‘Parigi, capitale del XIX secolo’, Edizioni Temperino Rosso, Brescia, 2014]