“Per citare il titolo di un saggio di Lunghini, ‘Il denaro e le macchine’ (Giorgio Lunghini, a cura di, Valore e prezzi, vol. 4 della prima sezione dell’ottava serie della ‘Biblioteca dell’economista’, Torino, Utet, 1993, pp. 302, L. 75.000) costituiscono le istituzioni le istituzioni cruciali del capitalismo secondo Marx. De Vecchi mostra come un ruolo ampiamente analogo svolga in Schumpeter l’istituzione creditizia, a cui spetta decidere, per conto della società, se e in quale misura consentire agli imprenditori innovatori di realizzare i propri progetti. Il nesso appena delineato tra valore, in quanto distinto dal prezzo, e sviluppo economico endogeno è ben presente nello scritto introduttivo di Lunghini al volume Utet, così come nel saggio di Riccardo Bellofiore su Marx ivi compreso. (…) Nel volume Utet segnaliamo in particolare il lucido raffinato scritto di Ernesto Screpanti. A suo avviso l’indagine sull’origine e la fonte dello sviluppo si rivestiva in Marx dei panni della ricerca del valore «assoluto»: cioè di un valore che non è il valore di scambio (o prezzo), ma s’identifica con l’elemento che crea sviluppo. Questa ricerca non porta da nessuna parte. Sraffa, sostiene Screpanti, ha il merito di espungerla, elaborando un coerente schema di determinazione dei prezzi regolatori capitalistici, nel quale i prezzi mutano al variare dei rapporti di forza tra le classi sociali. Pertanto il valore si riduce al prezzo, e il prezzo dipende (oltre che dalle condizioni tecniche di produzione) dai rapporti sociali. Alcuni altri scritti del volume Utet permettono al lettore di articolare e approfondire il nesso valore-prezzo-sviluppo che sopra abbiamo menzionato Lo scritto di Gianni Vaggi esamina il ruolo che, prima di Smith, la teoria del valore svolge nell’analisi della crescita della ricchezza nazionale. Il saggio di Fabio Ranchetti documenta come l’avvento del marginalismo segni la riduzione senza residui della teoria del valore a teoria dei prezzi relativi, tramite una «purificazione» epistemologica dell’economia politica, che la rende – specie nella versione walrasiana – una «branca della matematica». Aldo Montesano indaga poi un vero e proprio rovesciamento di prospettiva: mentre la teoria del valore era legata al tema della formazione e dell’accrescimento del sovrappiù sociale, la teoria marginalistica dei prezzi è legata al tema della scarsità delle risorse (…)” (pag 132-133) [Nicolò Bellanca, ‘Valore e sviluppo’. (Libri e problemi), Il Ponte, Firenze, n. 4, aprile 1994, pag 132-133]