“Perché il fordismo ha preso un così formidabile sviluppo in America e non in Europa dove il capitalismo aveva avuto origine? Che cosa ha favorito il più vasto e potente sviluppo dell’industria americana in confronto a quella europea? Quali condizioni sono occorse perché questo sviluppo fosse possibile? E che cosa si oppone in Europa a uno sviluppo analogo? Quali conseguenze ha il fordismo per la classe operaia, per le sue condizioni di vita, per il suo avvenire? E quali conseguenze per lo sviluppo progressivo e per l’avvenire della società, per le possibilità di una trasformazione socialista della società stessa? E, frattanto, fino a che punto è possibile sostituire all’attuale ceto plutocratico un nuovo meccanismo di accumulazione e distribuzione del capitale finanziario fondato immediatamente sulla produzione industriale? Ecco le domande alle quali Gramsci vuol trovare una risposta, studiando alcuni aspetti dell’americanismo e del fordismo. Alcune di queste domande se le era già poste Lenin fin dalla fine del secolo scorso, paragonando le condizioni in cui si era sviluppata l’agricoltura in America e in Prussia e in cui il capitalismo si era sviluppato nell’agricoltura dei due paesi, paragonando cioè la «via prussiana» e la «via americana» di sviluppo dell’agricoltura. «La prima – scrive Lenin – è caratterizzata dal fatto che i rapporti medioevali del possesso fondiario, anziché essere liquidati di colpo, si adattano lentamente al capitalismo, il quale conserva perciò lungamente caratteri semi-feudali…». In America, invece, «si è posta come base dell’agricoltura capitalistica, non la vecchia agricoltura fondata sulla schiavitù (la guerra civile ha distrutto l’economia schiavistica), ma la libera agricoltura, del libero ‘farmer’ sulla terra libera, libera da ogni intralcio medioevale, dal servaggio e dal feudalesimo da un lato e dall’altro, libera dal vincolo della proprietà fondiaria privata» poiché, in America, «la proprietà fondiaria privata dei nostri giorni si è sviluppata unicamente in una nuova base completamente capitalistica». Tale è il segreto dell’impetuoso sviluppo del capitalismo americano: un’economia libera dalla pesante eredità e dai residui feudali, contrariamente a ciò che avviene, non soltanto in Prussia, ma in tutta Europa e segnatamente in Italia dove i contadini affamati continuano a cadere sotto i colpi delle forze armate dello Stato che montano la guardia alla proprietà feudale dei latifondisti e dove, ancora ieri, persino Mussolini doveva richiamare al senso del pudore un senatore rappresentante dei fondiari, che non si faceva alcuno scrupolo di ostentare pubblicamente le proprie aspirazioni incredibilmente reazionarie. Gramsci ritorna frequentemente, nelle sue note, su questa diversità dello sviluppo del capitalismo in America e in Europa, anzi in Italia” (pag 11-12) [Felice Platone, Introduzione’ (in) Antonio Gramsci, ‘Americanismo e fordismo’, Universale Economica, Milano, 1949]
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- Articolo pubblicato:27 Dicembre 2024