“Dunque, la posizione del cartista Harney differiva da quella dei comunisti con i quali la «Democratic Review» (al pari del «Northern Star») era in costante rapporto, per due motivi importanti: la preparazione dei lavoratori affidata alla pratica associativa democratica (unionismo); riforme sociali portate avanti e approvate nel rispetto dei diritti costituzionali e con l’azione di «un governo eletto da tutto il Popolo», ovvero con suffragio universale. Ma della filosofia comunista, efficacemente riassunta nel programma del ‘Manifesto of the Red Republicans of Germany’ (certo da non confondere, come Mastellone avverte, con il ben più famoso ‘Manifesto del partito comunista’ del febbraio 1848), essa risentiva soprattutto per la sempre più forte coscienza, in una situazione di lotta di classe, della necessità che la richiesta di diritti politici per i lavoratori venisse estesa ai diritti sociali. Si spiegano, in questo senso, una volta fondato da Harney alla fine del 1849 il nuovo settimanale «The Red Republican», dove uscì nel mese di novembre dell’anno dopo a puntate la traduzione in inglese della I e II parte del ‘Manifesto del partito comunista’, il suo allontanamento dal cartismo storico e il suo approdo ad un più accentuato radicalismo classista, da interpretare anche alla luce della reazione al fallimento dei moti quarantotteschi (17). D’altra parte, chiusa il 30 novembre 1850 anche l’esperienza del «Red Republican», ed avviata il 14 dicembre quella del «The Friend of the People», il gruppo redazionale guidato da Harney avrebbe continuato ad insistere sull’importanza di mettere al centro del dibattito «the war of classes» (18). Secondo la visione dei ‘Fraternal Democrats’, che a un certo punto la stampa inglese cominciò a considerare un gruppo pericoloso, il movimento della società spingeva verso «the absolute supremacy of the working classes (…), preparatory to the abolition of the system of classes» (19). Con convinzione ancora maggiore, quindi, il giovane comunista tedesco Engels, dal settembre 1845 corrispondente dalla Germania per il «Northern Star», che aveva raggiunto Marx in Inghilterra nel novembre 1849, installandosi a Manchester, e tuttavia dal maggio 1850, come tutti gli esuli comunisti tedeschi, in costante pericolo d’espulsione dal paese e perciò costretto ad usare pseudonimi (Howard Morton, Eccarius) per i suoi articoli inviati (a mano) al «Red Republican» e al «The Friend of the People», doveva pensare che la questione non potesse essere addolcita con formula di compromesso o vagamente evolutive. Poiché la prossima rivoluzione sarebbe stata, come leggiamo nel ‘Manifesto of the Red Republicans of Germany’ (luglio 1849), «the revolution of the proletarians», cioè una «terrible struggle» fra due classi contrapposte (rivoluzione già iniziata con la battaglia di giugno a Parigi e destinata secondo i comunisti ad estendersi e a diventare permanente in tutto il mondo civile a causa dello scontro tra capitale e lavoro), le tre fasi del processo di cambiamento dovevano essere descritte in modo diverso, più accelerate, radicali: a) affidata la preparazione associativa ad una organizzazione centralizzata di classe, b) la rivoluzione avrebbe coinvolto e sovvertito l’intero sistema sociale («a trnsformation of the social system itself») per mezzo dell’abolizione della proprietà privata, mentre la nuova forma di governo c) avrebbe visto lo Stato a capo di tutto, proprietà, produzione economica, industria, agricoltura, banche, mezzi di comunicazione e trasporto, educazione e pubblica istruzione (20). Dandosi per certo – bisogna aggiungere – che la forma di governo nella fase transitoria – com’era scritto nel ‘Manifest der Kommunistischen Partei’ (febbraio 1848) – si sarebbe configurata in termini di dittatura del proletariato (essendo escluso qualsiasi compromesso con «all so-called democrats») (21). Insomma, per gli estensori del ‘Manifesto of the Red Republicans of Germany’, la rivoluzione proletaria, certo ben diversa da qualsiasi altra rivoluzione, religiosa o nazionale che fosse, era da considerarsi storicamente certa. Avrebbe trasformato il lavoro in un fatto relativamente sociale, come tutto lo Stato in una macchina di governo esclusivamente sociale, portando il proletariato a diventare classe dominante di governo (22)” (pag 312-314) [Carlo Carini, ‘«Tre democrazie». Una tematica europea’, Il Pensiero Politico, Firenze, n. 3, settembre-dicembre 2011, pag 305-330] [(17) Per la verità, oltre alla traduzione in inglese del ‘Manifesto’ di Marx ed Engels, comparvero sulla nuova rivista di Harney anche diversi documenti mazziniani: l”Address to the Italians by the Italian National Committee’ (n. 22 del novembre 1850), emanato a Roma il 4 luglio 1849, e l”Address del Comitato Nazionale Italiano, presieduto da Mazzini, emesso durante la riunione dell’8 settembre 1850: cfr. ‘La nascita’ (a), cit., pp. 153-154; (18) cfr. ‘La nascita’, cit., p. 244; (19) Cfr. ‘Mazzini scrittore politico’, cit., p. 227. Ma anche ‘Tre democrazie’, cit., p. 69; (20) Cfr. ‘Tre democrazie’, cit., pp. 15-16. Ma anche ‘La nascita’ cit., pp 176-178; (21) Cfr. S. Mastellone – L. Canfora – B. De Giovanni – G. Vacca, ‘Il Manifesto del Partito Comunista in Inghilterra’, tr. di I. Scarcelli, Lecce, Edizioni Pensa Multimendia, 2005, p. 107 (cap. II, “Proletarie e comunisti”). La trad. ingl. è: “It is a matter of course that this can be done, at first, only by despotic interference with the rights of property, and middle-class conditions of productions” (p. 183 del “Red Republican” del 23 nov. 1850; (22) Cfr. ‘Tre democrazie’, cit., pp. 13-16, con il testo delle allegate ‘Rivendicazioni Comuniste’, approvate da Engels, Marx, Schapper e Bauer. Ma anche ‘La nascita’ cit., pp. 176-178. Nel ‘Manifesto of the German Communist Party’, cap. II, era scritto che ad una prima fase, consistente nella ‘organization of the Proletariat as a class’, sarebbe seguita una seconda di ‘destruction of Middle-class supremacy’, ed una terza di ‘conquest of political power by the Proletarians’. Cfr. “The Red Republican”, n. 23, 1850 p. 181. Da notare che l’espressione “ruling class”, riferita al proletariato diventato classe dominante, non si trova nel ‘Manifesto of the Red Republicans of Germany’, ma nel precedente ‘Address’ dei comunisti tedeschi di Bruxelles a O’Connor del 17 luglio ’46 e quindi nella tr. inglese del ‘Manifesto’ del ’48 pubblicata su “Red Republican” (p. 183). Secondo Mastellone, fu negli articoli pubblicati sul “Red Republican” che Engels sviluppò “il concetto ideologico dei “Proletarians”, futura “ruling class”, al singolare, come era stata da lui usata nell”Address to O’ Connor’, pubblicato sul “Northern Star” del 25 luglio 1846″. Cfr. ‘La nascita’, cit., p. 192] [a) S. Mastellone, ‘La nascita della democrazia in Europa. Carlyle, Harney, Mill, Engels, Mazzini, Schapper. Addresses, Appeals, Manifestos. (1836-1855)’ (Olschki, 2009)]