“Già Lorenz von Stein, anticipando Karl Marx (che onestamente riconoscerà poi questo suo debito intellettuale), aveva osservato come il movimento della società sia scandito e guidato dalle classi economico-sociali” (pag 207); “Già Schmoller, nel recensire sulle pagine di una delle più autorevoli riviste accademiche la prima edizione di ‘Der moderne Kapitalismus’ di Sombart, aveva sottolineato come il concetto fondamentale dell’intero volume – quello, appunto, di capitalismo – «Sombart l’ha preso a prestito da Marx e dalla letteratura socialista» (53). E, ancora nel 1909 un economista allora assai reputato come Robert Liefmann, all’esordio del suo studio comparato sulle conseguenze del capitalismo in alcuni dei principali Stati, osservava: «Il termine “capitalismo” con i suoi composti appartiene al novero delle parole di moda più amate dall’odierna letteratura economica e politica. Non solo negli scritti socialisti, ma anche nel campo della scienza dell’economia nazionale esso gioca un grande ruolo. Così si parla di sviluppo capitalistico, e si distingue di nuovo, recentemente, fra un “moderno capitalismo” e un “grande capitalismo”. Ma che cos’è questo capitalismo, che cosa si vuole esprimere con questo concetto quando si usa il termine nelle connessioni sopra indicate? Ciò non è affatto semplice da stabilire (…)» (54). Marx e il pensiero marxiano, il marxismo e i marxisti non erano soltanto, o non erano affatto, competitori o rivali di idee e antagonisti più o meno rispettosi dei rituali accademici. Ciò che assai raramente succede a una ‘dottrina’, si era alla fine, per questa dottrina, verificato. Il socialismo muoveva porzioni cospicue delle masse; metteva a repentaglio gli assetti stabiliti dall’ordine dello Stato e dai diritti intangibili della proprietà. Dopo il 197, addirittura si era fatto ‘Stato’ esso stesso, e minacciava di esportare, a conflitto mondiale appena concluso, l’infezione mortale della guerra civile. Pur nelle stanze delle università, o sulle pagine di riviste e giornali di non grandissima diffusione, il dibattito sul rapporto tra capitalismo e Stato, tra economia e politica, è un dibattito sul rapporto tra capitalismo e Stato, tra economia e politica, è un riflesso, fors’anche una minuscola anticipazione, o magari uno dei fattori stessi di quello che è stato – in tutto il Novecento – il più autentico e forse il solo esempio di ‘totalità’ del rapporto conflittuale ‘amicus-hostis'” (pag 240) [Lorenzo Ornaghi, ‘Nell’età della tarda democrazia. Scritti sullo Stato, le istituzioni e la politica’, Vita e Pensiero, Milano, 2013] [(53) G. Von Schmoller, Recensione a ‘Der moderne Kapitalismus’, Jahrbuch für Gesetzgebung, Verwaltung und Volkswirschaft’, 27, 1903, pp. 291-300, p. 297; (54) R. Liefmann, Beteiligungs – und Finanzierungsgesellschaften. Eine Studie über den modernen Kapitalismus und das Effektenwesen (in Deutschland, den Vereingsten Staaten, England, Frankreich, Belgien und der Schweiz), Fischer, Jena, 1909, p. 1]
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- Articolo pubblicato:15 Novembre 2024