“Lo stretto rapporto che collega la stesura dei ‘Grundrisse’ con le ricerche compiute interno alla crisi del ’57 – esplicitamente riconosciuto dallo stesso Marx (25), al quale era stato rivolto aperto invito dalla «Tribune» a «scrivere esclusivamente su ‘Indian War’ e ‘financial crisis’ (26) – non costituisce l’indicazione di una correlazione accidentale, estrinseca rispetto alla problematica trattata nei «Lineamenti fondamentali», ma segnala, al contrario, il livello referenziale concreto e il taglio concettuale che intervengono, in forma decisiva, nella determinazione delle coordinate complessive, entro cui si inquadra il chiarimento delle «grandi linee» degli studi economici compiuti. La crisi – quell’ «’outbreak’» che faceva sentire Marx tanto «’cosy’», nonostante «il personale ‘financial distress’» (27) – non soltanto impediva, per il rapido e convulso precipitare degli eventi, un’analisi sistematica ed organica dell’economia borghese nel suo complesso, favorendo, a livello «formale», un’esposizione concitata e compendiosa, fluida e frammentaria insieme, talora ridondante e ripetitiva, talaltra incompleta o appena sbozzata (28), ma imponeva soprattutto un approccio, per così dire, «dinamico» ai problemi trattati, esaminati nella prospettiva del crollo – apparentemente imminente – del capitalismo, piuttosto che in quella della permanenza immutabile del sistema economico borghese. Un’analisi del contenuto delle voci redatte da Marx e da Engels per la «New American Cyclopaedia» consentirebbe indubbiamente di poter determinare con maggiore precisione il modo in cui le vicende della crisi internazionale condizionano, in qualche misura, lo stesso lavoro di compilazione richiesto da Dana, certamente in se stesso marginale, e tuttavia significativo, in quanto contribuisce a chiarire definitivamente, «che non esisteva affatto scissione fra il lavoro diurno [per la ‘Cyclopaedia’ e, soprattutto, per la ‘Tribune’] e quello notturno [per i Grundrisse] (29)»” (pag 165-166) [Umberto Curi, ‘La critica marxiana dell’economia politica nell'”Einleitung”‘, Aut Aut, Rivista bimestrale fondata da Enzo Paci, Milano, n. 152-153, marzo-giugno 1976, pag 159-175] [(27) K. Marx, ‘Lettera a Engels del 31 ottobre 1857 in Carteggio, cit., III, p. 107; (28) Lo stile marxiano dei ‘Grundrisse’ è stato opportunamente qualificato da E. Hobsbawm (‘Prefazione’, tr. it., di M. Trevisani in K. Marx, ‘Forme economiche precapitalistiche’, Roma, 1970, p. 8) come una «stenografia intellettuale privata che è a volte impenetrabile». Sull’argomento, cf. anche W.S. Vygodskij, ‘Introduzione ai “Grundrisse” di Marx’, tr. it. di C. Pennavaja, Firenze, 1974; H. Reichelt, ‘La struttura logica del concetto di capitale in Marx’, tr. it., di F. Cappellotti, Bari, 1973; (28) S. Bologna, ‘Moneta e crisi’, cit. p. 10. Sia pure indirettamente questa connessione, è peraltro, ravvisabile nel breve commento che accompagna l’entusiastico giudizio di Marx sulla voce «Army», redatta da Engels secondo una prospettiva omogenea all’orizzonte complessivo della ricerca marxiana di quel periodo. «La storia dell’ ‘Army’ mette in luce con maggiore evidenza di qualsiasi altra cosa l’esattezza della nostra concezione sul rapporto esistente fra le forze produttive e le condizioni sociali. L’ ‘Army’ in generale è importante per lo sviluppo economico… Anche la divisione del lavoro all’interno di un determinato settore si compì primamente negli eserciti. Tutta la storia delle forme della società civile vi si trova riassunta in modo evidente» (K. Marx, ‘Lettera a Engels del 25 settembre 1857’, in ‘Carteggio’, cit, III, p. 94). Quasi testualmente queste stesse affermazioni sono riprodotte all’inizio del quarto paragrafo dell’ ‘Einleitung’, allorché Marx sottolinea come «certi rapporti economici, come il lavoro salariato, l’uso del macchinario ecc., sono sviluppati dalla guerra e nell’esercito, prima che all’interno della società borghese» e, ancor prima, nel terzo paragrafo, dove si ricorda, che «il sistema monetario… era sviluppato completamente solo nell’esercito, e non coinvolse mai l’intera sfera del lavoro». Riferendosi alla lunga serie di articoli sui conflitti militari provocati dall’espansionismo europeo in India e Cina, redatti da Marx ed Engels per la “Tribune” (in consonanza, quindi, con i “militaria” richiesti per la “New American Cyclopaedie”: se ne veda un fitto elenco in F. Engels, ‘Lettera a Marx del 28 maggio 1857’, in ‘Carteggio’, cit., III, pp. 55-56), S. Bologna sottolinea che essi non debbono essere considerati «un discorso a parte… rispetto a quelli sulla crisi. Sarebbe più esatto invece considerarli un’integrazione; le contraddizioni che le avventure imperialiste provocano sul mercato mondiale vengono ad arricchire i segni premonitori della rivoluzione nelle metropoli. Ancora una volta quanto succede in Cina o in India viene interpretato alla luce dei tempi dell’insurrezione operaia in Europa» (‘Moneta e crisi’, cit., p. 15)]