“Un primo risultato non tardò a venire, nell’importante saggio del 1902 su ‘Staatenbildung un Verfassungsentwicklung’, in cui si precisano con la consueta semplicità e chiarezza sia temi già trattati da Hintze, sia temi nuovi: e il primissimo luogo quello – anch’esso centrale d’ora innanzi – della diretta connessione esistente fra costituzione politica e sociale dello Stato al suo interno e il sistema delle sue relazioni internazionali. Questo saggio rappresenta in realtà la prima occasione in cui Hintze cerca di verificare sul piano della concreta indagine storico-costituzionale i suoi canoni metodologici ed anche la sua intenzione di unificare ricerca storica e costruzione politologica. In esso si può già scorgere sinteticamente la peculiarità di Hintze storico costituzionale, pur muovendosi nella tradizione dell’ultimo grande rappresentante della scienza politica tedesca (Treitschke), si differenzia profondamente da lui, in quanto non mira «ad una considerazione nazionale, enfatica della potenza, ma ad un’interpretazione storico-comparativa dell’esercizio della potenza nell’imperialismo europeo di fine secolo» (17). Ciò trova conferma proprio nel saggio in questione, dove lo stesso Treitschke viene criticato per non aver saputo sottrarsi alla tendenza comune di considerare la costituzione interna dello Stato come frutto esclusivo delle condizioni politiche e sociali, relegando l’esame delle relazioni internazionali degli Stati nelle pagine conclusive della sua opera. Se si pensa che la stessa critica Hintze muove, in apertura del saggio, a Karl Marx, estendendola poi a tutti coloro che ritengono che «la nascita ed il mutamento delle costituzioni statali sia determinato dallo sviluppo sociale della popolazione, cioè dai mutevoli rapporti di forza tra le diverse classi sociali» (18), si ha la nozione esatta della prospettiva adottata da Hintze, che consiste piuttosto nel tentativo di trasferire negli studi costituzionali (storici, come di scienza della politica) l’impostazione dominante nella grande tradizione tedesca della storiografia politica: del rilievo attribuito cioè alle relazioni internazionali come matrici di sviluppo storico. Sorge qui il grosso problema del debito che Hintze paga sopra tutto a Ranke e a Droysen, e più in generale alla storiografia ottocentesca dello «Stato-potenza» (19)” (pag 42-43) [Pierangelo Schiera, ‘Otto Hintze’, Guida editore, Napoli, 1974] [(17) ‘OH Stellung, p. 10, dove viene ribadito anche il suo debito (in più occasioni da lui stesso riconosciuto) verso lo storico inglese dell’imperialismo e scienziato politico Sir John Robert Seeley, autore, fra l’altro di una ‘Expansion of England’, 1883 (tr.it. ‘L’espansione dell’Inghilterra, Bari, Laterza, 1928, a cura di G. Falco) e una ‘Introduction to Political Science’, London, 1902. Sull’influsso esercitato da Seeley anche su Meinecke cfr. S. Pistone, ‘Federico Meinecke’, cit., pp. 313-314, il quale rimanda, per un confronto fra Seeley e Ranke, a L. Dehio, ‘Gleichgewicht oder Hegemonie’, Krefeld, Scherpe, 1948, (tr. it. ‘Equilibrio o egemonia’, Brescia, Morcelliana, 1954, pp. 35-37) e a O. Hintze, Machpolitik’, cit, in GA, pp. 424 ss.; (18) ‘Staatenbildung’, cit., in GA, I, p. 18); (19) Su quest’ultimo aspetto, si veda specialmente D. Fischer, ‘Die deutsche Geischichtswissenschaft von J.G. Droysen bis O. Hintze in iherm Verhältnis zur Soziologie. Grundzüge eines Methodenproblems’, Phil. Diss., Köln, 1966. (…)]