“Ma il livello al quale Badaloni (ne ‘Il marxismo di Gramsci. Dal mito alla ricomposizione politica’, Einaudi, 1975, ndr) affronta questo nodo di problemi è quello delle loro sorgenti storiche, individuate nella vicenda di un tema che è esplicitamente presente in Marx, mentre in Gramsci è implicito, racchiuso entro quello del «nuovo senso comune»: il tema delle facoltà. La storia di questo problema si fa da un lato tenendo conto della traccia di storia del materialismo settecentesco data da Marx nella ‘Sacra famiglia’ (una traccia che ha contato, per Gramsci come per Lenin); e da un altro lato – secondo contributi originali recati da Badaloni in precedenti lavori – spingendo lo sguardo anche più indietro, alla ‘felicitas’ degli averroisti e alla ‘facilitas’ di Herbert de Cherbury e di Vico. Nella prospettiva indicata da Marx, abbiamo uno sviluppo della fisiologia e della psicologia cartesiane che arrivano nel Settecento, soprattutto con D’Holbach e Helvétius, a una teoria compiuta dell’uomo, in cui le facoltà fungono da tramiti tra l’individuo e il mondo esterno in vista, prevalentemente, del procurare godimento al singolo. Convivono, come due linee intrecciate del materialismo francese settecentesco, la tendenza tutta borghese all’organizzazione del rapporto soggetto-oggetto in termini di fruizione dell’oggetto da parte del soggetto isolato; e la controtendenza (che è già in Morelly, ma che si dispiega in Fourier) a prevenire la disintegrazione del soggetto isolato della borghesia ricomponendo nella socialità il nesso simpatia-facoltà, e quindi prospettando la sfera del godimento nell’oggettività del lavoro utile e gradevole. Qui è la grande forza dialettica della proposta di Fourier, esaltata da Marx e da Engels. (…) La storia del pensiero socialista, dai precursori settecenteschi a Fourier e a Marx, enuclea il lato progressivo di tutte le metamorfosi storiche di questa idea-forza, e punta, attraverso il tema dello «sviluppo delle facoltà», a un obiettivo di ‘facilitas’ socializzata, nella consapevolezza che lo sviluppo delle forze produttive giunte al livello di una elevata automazione rende questa mèta concretamente accessibile” (pag 69-70) [Paolo Cristofolini, ‘Sulla dialettica di Gramsci e la storia filosofica delle ‘facoltà”, Aut Aut, Milano, n. 151, gennaio-febbraio 1976, pag 68-72)]