“Proprio perché Marx non presenta il rapporto fra base materiale e sovrastruttura come un rapporto dialettico e sembra anzi, a prima vista, concepirlo come un rapporto di determinazione causale, è necessario chiamare in causa un mediatore dialettico che metta al riparo dalla possibilità di un’interpretazione “volgare”. Ma come il timore della volgarità tradisce la volgarità del timore, così il sospetto di un’interpretazione volgare è un sospetto che chi lo formula ha ragione di nutrire innanzitutto nei propri confronti. È un timore di questo genere che ispira a Engels la sua celebre teoria dell’ “ultima istanza” che è – bisogna pur dirlo – un capolavoro di farisaismo. Egli mette in guardia contro il materialismo volgare affermando che «secondo la concezione materialistica della storia il fattore che in ultima istanza è determinante nella storia è la produzione e la riproduzione della vita reale. Di più non fu mai affermato né da Marx né da me. Se ora qualcuno travisa le cose, affermando che il fattore economico sarebbe l’unico fattore determinante, egli trasforma questa proposizione in una frase vuota, astratta, assurda» (4). Ma è evidente che, se travisamento vi è stato, esso è già avvenuto nel momento in cui il rapporto fra base materiale e sovrastruttura è stato interpretato come un rapporto di causa ed effetto. Una volta che questo travisamento è compiuto, non resta, per salvaguardarsi dalla propria volgarità, che agitare con una mano lo spauracchio del materialismo volgare contro il quale l’altra mano si dispone a dar battaglia. È tempo di trovare il coraggio di dire che questo spauracchio, come ogni spauracchio, esiste innanzitutto in coloro che lo agitano. Se Marx non si preoccupa di precisare il modo in cui va inteso il rapporto di struttura e sovrastruttura e non teme, a volte, di passare per “volgare”, ciò è perché una interpretazione di questo rapporto in senso causale non è nemmeno possibile in termini marxiani, il che rende superflua l’interpretazione dialettica che dovrebbe porvi rimedio. Ogni interpretazione causale è solidale infatti con la metafisica occidentale e presuppone la scomposizione della realtà in due livelli ontologicamente distinti. Un materialismo che concepisce i fatti economici come ‘causa prima’ nello stesso senso in cui il Dio della metafisica è ‘causa sui’ e principio di ogni cosa, non sarebbe che l’altra faccia della metafisica e non un suo superamento” (pag 112-113) [Giorgio Agamben, ‘Il principe e il ranocchio. Il problema del metodo in Adorno e in Benjamin’, Aut Aut, Milano, n. 165-166, maggio-agosto 1978] [(4) F. Engels a J. Bloch (21-9-1890), in K. Marx e F. Engels: ‘Ausgewählte Briefe’, Berlin, 1953, pp. 502-504 (trad. it. in K. Marx e F. Engels, ‘Scritti sull’arte’, Laterza, Bari, 1967, p. 63]