“La ‘Prefazione’ alla prima edizione del ‘Capitale’ (1867) si conclude con queste parole: «Sarà per me benvenuto ogni giudizio di critica scientifica. Per quanto riguarda i pregiudizi della cosiddetta ‘opinione pubblica’, alla quale non ho fatto mai concessioni, per me vale sempre il motto del grande fiorentino: “Segui il tuo corso, e lascia dir le genti” (C, 35). Citando Dante, Marx modifica il verso, che in originale suona: «Vien dietro a me , e lascia dir le genti» (Purg. V. 13). (…) Marx, che a più riprese sottolinea come la lettura delle parti più teoriche del suo libro presupponga un notevole sforzo intellettuale (4), conclude la sua prefazione distinguendo tra le ponderate critiche scientifiche e i pregiudizi «della cosiddetta opinione pubblica», che, nella sua negligente inerzia, finisce per fare il gioco dell’ideologia dominante. Infine, questa citazione collocata alla fine della prefazione si rivela essere anche una sorta di rimando autoreferenziale, poiché ricorda da vicino un’altra prefazione, quella a ‘Per una critica all’economia politica’ (1859), conclusa a sua volta con un ammonimento a prendere sul serio i suoi studi, «per quanto coincidano ben poco con i pregiudizi delle classi dominanti» (OC XXX, 301; MEW 13, II). Seguiva a quest’esortazione il passo dantesco commentato nel capitolo precedente: «Sulla soglia della scienza, come sulla porta dell’inferno, si deve porre questo ammonimento: Qui si convien lasciar ogni sospetto / ogni viltà convien che qui sia morta»” (pag 57-58) [Elisabetta Mengaldo, ‘Retorica e polemica nel ‘Capitale’ di Marx’, Quodlibet, Macerata, 2023] [(4) «Il detto “ogni inizio è difficile” vale per tutte le scienze» (C., 31; K. 11), avverte Marx all’inizio della prefazione, riferendosi soprattutto ai primi capitoli, quelli sulla forma-valore della merce e del denaro, che richiedono un notevole sforzo di astrazione]