“Il romanzo ‘Che fare?’, di cui abbiamo già detto le eccezionali condizioni di composizione, fu conosciuto attraverso copie clandestine, durante la vita dell’autore, e apparve integralmente e pubblicamente nel 1905. Da allora fu formativo della nuova generazione rivoluzionaria dei tempi di Lenin. È stato definito da Kropotkin «breviario di ogni giovane russo»; riferisce Plekhanov che «nessun romanzo, nessuno scritto, da quando esiste una tipografia in Russia, ebbe mai il successo del romanzo di Cernysevskij»; la Krupskaia, di cui le memorie serbano spesso impressioni e idee sulle letture del grande rivoluzionario che fu suo compagno, dice che «nessuno, forse, fu tanto amato da Lenin quanto Cernysevskij». Non come un onore casuale, ma come un legame con Cernysevskij dev’essere intesa l’assunzione, da parte di Lenin, del titolo del romanzo, per il suo libro sulla concezione del partito rivoluzionario. (…) Vera Pavlovna è il personaggio portante del romanzo, attraverso anzitutto le sue relazioni con Lopukhov, studente di medicina, e con Kirsanov, medico. La vita di lei è oggettivamente considerata, senza introspezioni psicologiche, ma con problematicità attentissima sia per le decisioni attive che per gli stati emotivi e le consuetudini di vita. Queste persone sono da Cernysevskij stimate «normali» modelli di scelta rivoluzionaria, per la partecipazione agli atteggiamenti innovatori del tempo e per la passione e tensione nella scelta stessa. Invece Rakhmetov è figura di capo di questi uomini nuovi cioè dirigente rivoluzionario. Non dobbiamo intenderlo come eroe positivo, ma come proiezione dell’autore stesso; e, attraverso una sua offerta generosa di denaro al «più grande pensatore europeo del XIX secolo, un tedesco padre di una nuova filosofia» (Feuerbach) narrata nel romanzo, dobbiamo intenderlo come nesso esplicito di tipo storico-filosofico. Ciò che ci sorprende oggi è l’approfondimento morale di queste persone invece che la loro partecipazione diretta ad avvenimenti di azione politica, qui inesistenti o quasi. (…) D’altra parte viene a costituire, in questo romanzo unico di un grande dirigente politico rivoluzionario e della sua vita d’azione giovanile e di lunghissimo esilio, un prototipo di eccezionale prestigio della problematica interna dell’«uomo nuovo»” [Nikolaj G. Cernysevskij, Che fare?, Garzanti, Milano, 1974, dal ‘Profilo storico-critico dell’autore e dell’opera’ a cura di Eleonora Fiorani e Francesco Leonetti] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]