“Alcuni economisti sovietici continuano anche oggi a difendere l’opinione che la divisione sociale del lavoro sia o parte integrante o forma dei rapporti di produzione. Per corroborare tale punto di vista essi si avvalgono di regola delle citazioni di Marx in cui la divisione sociale del lavoro viene identificata con la proprietà. Per esempio V.M. Moskovic cita la frase di Marx secondo cui «la divisione del lavoro e tutte le altre categorie … sono rapporti sociali che formano nel complesso ciò che attualmente si chiama ‘proprietà’» (1). Ora, nelle opere giovanili Marx identifica effettivamente talvolta la divisione sociale del lavoro con la proprietà. Ma questa identificazione, ci sembra, non va intesa alla lettera. Lo si ricava con tutta evidenza da una attenta analisi dell’insieme delle sue affermazioni circa il rapporto tra le categorie della divisione sociale del lavoro e quella della proprietà. Così, per esempio, nella ‘Ideologia tedesca’ Marx scrive: «I diversi stadi di sviluppo della divisione del lavoro sono altrettante forme diverse di proprietà; vale a dire, ciascun nuovo stadio della divisione del lavoro ‘determina’ anche i rapporti fra gli individui in relazione al materiale, allo strumento e al prodotto del lavoro» (2). Dunque, la divisione sociale del lavoro “determina” i rapporti di proprietà, cioè la prima categoria si riferisce alla seconda come base (…). Ciò, naturalmente, non costituisce quella identità di cui scrivono quanti includono il concetto di divisione sociale del lavoro tra i rapporti di produzione. Nella stessa opera Marx scrive più oltre: «divisione del lavoro e proprietà privata sono espressioni identiche: con la prima si esprime in riferimento all’attività esattamente ciò che con l’altra si esprime in riferimento al prodotto dell’attività» (3)” (pag 77-78) [L. Sirokorad, ‘La divisione del lavoro nel dibattito teorico del 1925-1928. (Rassegne)’, ‘Rassegna sovietica’, n. 3, luglio-settembre 1970] [(1) Karl Marx F. Engels, ‘Socinenija, vol. 27, p. 406; (2) Ibidem, vol. 3, p. 20; (3) K. Marx F. Engels, Op. cit-, vol. 3, p. 31]