“La rivoluzione di febbraio in Russia scoppiò quindi in un momento in cui Lenin aveva sviluppato nuove posizioni teoriche sui problemi di ‘Stato e rivoluzione’. La formazione del soviet di Pietroburgo e il ruolo di primo piano che esso svolgeva, furono gli elementi decisivi che indussero Lenin ad applicare la nuova concezione alla situazione concreta della Russia rivoluzionaria. Questa convergenza estremamente significativa di teoria e realtà storica si può seguire passo passo nei primi scritti di Lenin sui consigli del marzo 1917. Alle prime notizie dalla Russia lo colpì subito il carattere dualistico del nuovo potere, la coesistenza del governo provvisorio e del consiglio degli operai e dei soldati di Pietroburgo. In quest’ultimo scorse «un governo operaio, che è il governo principale, non ufficiale, ancora poco sviluppato e relativamente debole» (34). «Il consiglio dei deputati degli operai e dei soldati è l’embrione di un governo operaio» (35). Queste frasi riprendono quasi testualmente la caratterizzazione dei consigli della prima rivoluzione russa data nel 1906. Allora Lenin aveva detto che si dovevano «studiare gli embrioni del nuovo potere e le condizioni che possono garantire il loro successo», ora constatava senza possibilità di equivoco: il prossimo obiettivo della rivoluzione era «la conquista del potere da parte di un governo operaio», cioè da parte dei consigli dei deputati operai (36). Nella sua terza ‘Lettera da lontano’; dell’11 Marzo 1917, Lenin manifestò l’intenzione di trattare in un articolo il giudizio di Marx ed Engels sulla Comune di Parigi e le «deformazioni» che aveva subito ad opera di Kautsky – un’anticipazione di ‘Stato e rivoluzione, che avrebbe scritto più tardi. Nella stessa lettera collegava la sua vecchia concezione dei consigli con l’interpretazione marxiana della Comune e con i nuovi soviet. Scriveva: «Che cosa devono fare i soviet dei deputati degli operai? Devono essere considerati come organi per l’insurrezione, come organi del potere rivoluzionario – scrivevamo nel n. 47 del ginevrino «Sozialdemokrat» il 13 ottobre 1915. Questa tesi teorica, desunta dall’esperienza della Comune del 1871 (37) e della rivoluzione russa del 1905 deve essere chiarita e svolta più concretamente in rapporto alla prassi della fase presente e della presente rivoluzione in Russia» (38). D’allora in poi Lenin doveva scorgere una linea di sviluppo che dalla Comune del 1871, attraverso i soviet del 1905, portava ai consigli del 1917 – in tutti e tre i casi si era affermato uo Stato di nuovo tipo, lo Stato proletario, che rappresentava una forma organizzativa superiore rispetto alla repubblica democratica borghese” (pag 276-278) [(34) Lenin, ‘Sämtliche Werke’, XX, 1, p. 21 (Opere complete), vol. XXIII, pp. 305-36; (35) Ivi, p. 22 (ivi, p.306); (36) Ivi, pp. 4, 12 (ivi, vol. XXXV, p. 212, vol. XXIII; (37) Lenin cerca qui di dimostrare ‘a posteriori’ che aveva stabilito un nesso tra la Comune e i consigli russi già nel 1915 o addirittura nel 1905. Come abbiamo visto, ciò è inesatto; (38) Lenin, ‘Sämtliche Werke’, XX, I, p. 43 (Opere complete, vol. XXIII, p. 324)] [Oskar Anweiler, ‘Storia dei soviet. I consigli di fabbrica in Urss, 1905 – 1921’, Laterza, Bari, 1972] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]