“Uno degli scopi dell’antropologia (intesa nell’accezione ampia del termine) consiste ad esempio nel “predire o indicare le ‘direzioni generali’ del cambiamento cui il fenomeno considerato ‘potrà’ sottostare. In quanto scienza, l’antropologia deve pertanto mirare a stabilire leggi storiche, sociologiche e psicologiche in grado di descrivere tendenze e processi globali riscontrabili nei popoli di tutti i periodi preistorici e storici” (7). Sulla base di leggi sociostoriche possono venir fatte e sono state fatte predizioni generali concernenti tendenze globali (che sono tipicamente statistiche); è invece quasi impossibile predire con precisione eventi storici particolari. Le speranze di Marx relative a un’imminente rivoluzione sociale in Inghilterra ad esempio non si avverarono; egli riuscì invece senz’altro a prevedere talune delle caratteristiche generali degli sviluppi futuri (8). Non deve sorprenderci che Marx si sia sbagliato nella previsione d’eventi storici ‘singoli’, mentre fu invece in grado di predire taluni degli aspetti più rilevanti del mondo nel quale viviamo: l’estesa centralizzazione dei mezzi di produzione, la crescente partecipazione della società nel suo insieme alla produzione, il declino del colonialismo, l’affermarsi del socialismo e così via. A tal fine Marx si basò su alcuni schematici enunciati di leggi concernenti la struttura economica della società capitalistica. La validità di tali enunciati è meramente statistica; essi consentono pertanto la predizione di ciò che ‘probabilmente’ avrò luogo nel ‘lungo termine’ ovunque si abbiano ‘certe condizioni’. Analogamente, le leggi mendeliane dell’ereditarietà non consentono di prevedere con certezza il comparire d’un ‘dato’ tratto ereditario in una stirpe di piselli ‘data’, in un istante ‘dato’ del tempo; non lo consentono per il solo fatto che non concernono eventi singoli e non comportano la variabile “tempo”” (pag 342-343) [Mario Bunge, ‘La causalità. Il posto del principio causale nella scienza moderna’, Boringhieri, Torino, 1970] [(7) M. Jacobs e B.J. Stern (1947), p. 5; (8) J.D. Bernal (1949) p. 413]