“I dirigenti delle sette battiste ed evangeliche della Russia come quelli di tutte le altre organizzazioni religiose, erano sostenitori del regime zarista: non dobbiamo perciò stupirci che essi abbiano assunto un atteggiamento ostile verso la grande rivoluzione socialista d’Ottobre e si siano trovati, dal punto di vista ideologico e politico, nel campo della controrivoluzione. La maggior parte dei capi di tali sette appoggiò direttamente o indirettamente le guardie bianche e gli interventi stranieri nella lotta contro il regime sovietico e le loro organizzazioni alimentarono le speranze di restaurazione dell’ordinamento capitalistico in Russia. Nei primi anni della «Nuova politica economica» battisti e evangelisti «riconobbero» il potere sovietico. Il 16 aprile 1923 il Collegio dell’Unione dei battisti di tutta la Russia dichiarò di «riconoscere il potere sovietico» (1). La stessa dichiarazione fu fatta nel 1923 al IX Congresso degli evangelisti. Tuttavia, nonostante tali dichiarazioni, non pochi dirigenti e organizzazioni delle sette continuarono la loro attività antisovietica. Il partito comunista e il Governo sovietico, nel definire i loro rapporti con i battisti, così come con gli adepti di altre religioni, si basarono sui principi della dottrina marxista-leninista, secondo cui «la religione è l”oppio’ dei popoli» (2), «la religione è una specie di acquavite spirituale» (3). V.I. Lenin ha scritto: «Tutte le religioni e le chiese attuali, ogni e qualsiasi organizzazione religiosa, sono sempre considerate dal marxismo come un organo della reazione borghese inteso a difendere lo sfruttamento e a stordire la classe operaia» (4). Sin dall’inizio del regime sovietico, il partito comunista e il Governo sovietico hanno considerato la propaganda dell’ateismo come uno dei settori più importanti dell’educazione politica e dell’attività culturale. Essi considerarono loro compito pratico, diretto e quotidiano, liberare le masse lavoratrici da ogni specie di concezione religiosa del mondo. Le idee leniniste sull’educazione antireligiosa dei lavoratori furono chiaramente espresse nel decreto ‘Sulla separazione della chiesa dallo Stato e della scuola dalla chiesa’. Tali idee furono ulteriormente sviluppate in numerose deliberazioni e in diversi documenti del partito e del governo. Caratteristica è in questo programma la ‘Lettera sull’atteggiamento da assumere nei riguardi delle associazioni religiose’, scritta nel 1919 da G.I. Petrovski, commissario degli affari interni della RSFSR, su iniziativa di Lenin (5)” (pag 128) [P.A. Efimov, ‘I battisti nell’Urss tra il 1923 e il 1929′. (Documenti), Rassegna Sovietica’, n. 2, aprile-giugno 1963, pag 128-137] [(1) Museo della storia della religione e dell’ateismo, Sezione Manoscritti, K. VIII, op. 1, dd. 4.70; (2) K. Marx e F. Engels, ‘Opere’, v. I, p. 415 (ediz. russa); (3) V.I. Lenin, ‘Opere’, ediz. IV, v. 10, p. 66 (ediz. russa); (4) Ivi, v. 15, p. 371-372; (5) ‘Revoljutsija i tserkvo’ (Rivoluzione e chiesa), 1919, n. 2, p. 38]  [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]