“«La profezia taumaturgica è una leggenda. Ma la profezia scientifica è un fatto»: con queste parole si apre l’articolo di Lenin ‘Parole profetiche’ (1). Scritto in un periodo duro per la giovane Repubblica dei Soviet – verso la metà del 1918 – esso è dedicato alla previsione formulata tre decenni prima da Engels circa i possibili risultati di una guerra mondiale. Con sorprendente capacità di previsione Engels aveva descritto le distruzioni e le perdite che una guerra avrebbe determinato, il crollo degli imperi borghesi e l’inevitabile vittoria del proletariato. Rivolgendosi ai re e agli statisti borghesi Engels ammoniva: «Se scatenerete forze che non sarete più in grado, poi, di dominare (…) alla fine della tragedia sarete dei ruderi e la vittoria del proletariato sarà o già conquistata o comunque inevitabile». La previsione del corso storico non è per i marxisti, per gli esponenti politici della classe operaia, oggetto di domenicale curiosità, ma una vitale necessità. Senza una giusta comprensione delle prospettive dello sviluppo sociale non può esservi una politica lungimirante. (…) L’importanza della previsione scientifica non si esaurisce peraltro nella possibilità che essa offre di determinare il giusto corso dell’attività pratica. Essa consente altresì di ispirare al partito della classe operaia e alle masse che lo seguono fiducia nella possibilità di ottenere la vittoria, saldezza di spirito, il che è essenziale nella dura lotta rivoluzionaria, irta di difficoltà. Appunto perciò Lenin in uno dei più pericolosi momenti della Repubblica dei Soviet contrappose agli sfiduciati caduti in balia dello sconforto e della paura della borghesia, la calma fiducia di Engels nell’avvenire, la sua previsione scientifica confermata dalla storia” (pag 49-50) [G. Glezerman, ‘Lenin e il problema della previsione storica’, (in) ‘Rassegna Sovietica’, Roma, n. 4, ottobre-dicembre 1969 (numero speciale dedicato a Lenin)] [(1) V.I. Lenin, ‘Polnoe sobranie socinenij’, vol. 36, p. 472] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]