“Innanzitutto occorre tornare sulla esistenza di due tipi distinti di crisi degli alloggi, giustamente sottolineato da Engels. La prima è specifica al sistema ed è presente, ancora oggi, in tutti i paesi capitalistici. Questa crisi degli alloggi è presente negli Stati Uniti e in Svezia e non è stata risolta né dalle socialdemocrazie più illuminate, né da neocapitalismo: essa si manifesta nella carenza di abitazioni, negli ‘slums’, negli alloggi inappropriati, nell’elevato livello dei fitti che riproduce e ratifica nelle moderne città la differenziazione in classi della società. La seconda è quella che esplode nelle fasi di sviluppo industriale, di ingente spostamento di popolazione dalle campagne alla città, di rapida urbanizzazione della popolazione. Questo secondo tipo di crisi si sovrappone al primo; rende particolarmente drammatica la situazione dei lavoratori e, scriveva Engels «fa parlare tanto di sé perché, oltre a coinvolgere la classe operaia, ha interessato anche la piccola borghesia” (pag 11) [introduzione di Valentino Parlato, (in) Friedrich Engels, ‘La questione delle abitazioni’, Samonà e Savelli, Roma, 1971]