“Bisogna riconoscere, tuttavia, che – nel corso della rivoluzione scientifico-tecnologica in atto – persino certi aspetti di questo rapporto dialettico tra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione sociali tendono a presentarsi in forme ‘nuove’, inerenti alla novità stessa della funzione che, in ragione dei progressi di detta rivoluzione, la ‘scienza’ viene ad assumere nel processo produttivo. «Nella misura stessa – scriveva in proposito Marx (6) – in cui il tempo di lavoro, il semplice ‘quantum’ di lavoro, viene posto dal capitale come unico elemento determinante, in quella misura medesima il lavoro immediato (e la sua quantità) si dilegua come principio determinante della produzione, della creazione di valori d’uso; viene ridotto, quantitativamente, ad una proporzione minore, così come qualitativamente viene ridotto a momento indispensabile, certo, ma subalterno nei confronti del lavoro scientifico generale, dell’applicazione tecnologica delle scienze naturali da un lato, e dall’altro nei confronti della forza produttiva generale, che contribuisce alla produzione complessiva in ragione dell’articolazione stessa della società: una forza produttiva che appare come dono naturale del lavoro sociale, anche se è essa stessa un prodotto storico. Il capitale lavora così alla sua propria dissoluzione, in quanto forma che domina la produzione». Marx continuava, subito dopo, scrivendo ancora della «trasformazione del processo di produzione, da semplice processo lavorativo, in un processo scientifico, che subordina al proprio servizio le potenze della natura e le fa operare al servizio dei bisogni umani». Non possono mancare di suscitare la nostra meraviglia, ancora una volta, l’acume e lo straordinario rigore col quale Marx, oltre cento anni fa, riusciva a definire non solo il primo avvio, bensì anche il punto di approdo di quella progressiva ‘trasformazione della scienza in una forza immediatamente produttiva’: che se (come Marx stesso, appunto, rilevava nel passo ora citato) già viene ‘avviata’ con l’affermarsi del dominio del capitale, solo ai giorni nostri è divenuta l’elemento ‘caratterizzante’ della rivoluzione scientifico-tecnologica in atto, e quello che ne condiziona lo storico punto di approdo in una ‘società’ nuova: nella quale il capitale stesso, in quanto «forma che domina la produzione», dando luogo alla proprietà ‘sociale’ dei mezzi di produzione” (pag 12-13) [(6) Karl Marx: ‘Grundrisse der Kritik der Politischen Oekonomie’ / (Rohentwurf), 1857-1858 / Anhang / 1850-1859, Berlin, Dietz, 1953, pp 587 e sg. Della traduzione italiana (ad opera di Enzo Grillo) di quest’opera, Karl Marx: Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, 1857-1858′, Firenze, La Nuova Italia, 1968, v. I, pp. XV 424, è stato sinora pubblicato soltanto il primo volume; abbiamo pertanto dovuto tradurre noi stessi, e citare il brano riportato nel testo dell’originale tedesco] [Emilio Sereni, ‘Rivoluzione scientifico-tecnologica e movimento studentesco’, ‘Critica marxista’, n. 6, novembre-dicembre 1968, pag 3-23]
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- Articolo pubblicato:16 Giugno 2022