“La rivoluzione sovietica per Lenin non poteva che essere l’inizio di un processo rivoluzionario più vasto; lo stesso Marx non aveva escluso la rivoluzione in Russia a condizione che fosse stata “il segnale di una rivoluzione proletaria in Occidente, in modo che le due rivoluzioni si fossero completate a vicenda, allora la proprietà comune della terra in Russia», l”obscina’, sarebbe stata il «punto di partenza ad uno sviluppo in senso comunistico” (31). Marx ed Engels avevano scritto ne ‘L’ideologia tedesca’ che se tutte “le collisioni della storia hanno la loro origine nella contraddizione tra le forze produttive e la forma di relazioni”, non è necessario “per provocare delle collisioni in un paese” che “questa contraddizione sia spinta all’estremo in questo paese stesso”. La concorrenza con paesi industrialmente più progrediti, provocata dall’allargamento delle relazioni commerciali internazionali, è sufficiente a generare una contraddizione analoga anche in paesi industrialmente meno avanzati. Era il caso del “proletariato latente in Germania, fatto apparire dalla concorrenza dell’industria inglese” (32), adesso sembrava il caso del proletariato russo che veniva a vita sotto la pressione della “vertigine speculativa capitalistica in rapida fioritura” e al diffondersi della “proprietà fondiaria borghese” (33). Ma al proletariato internazionale e alla sua capacità di determinare profondi rivolgimenti sociali era affidata la sorte del socialismo in Russia. L’arretratezza economica e culturale, la disfatta bellica, la guerra civile, ma soprattutto il fallimento della rivoluzione in Occidente, l’accerchiamento operaio dalle potenze capitalistiche, rendeva drammaticamente difficile la realizzazione del processo rivoluzionario in Russia. È alla luce di quadro del quadro politico delineatosi sul finire del 1920 che si spiegano le scelte di natura economica e politica, quindi anche di politica scolastica del paese che si proponeva sovietico. Ma il fatto educativo per Lenin rimane una delle premesse per consentire ai più un ruolo attivo nel processo di trasformazione delle strutture politiche e produttive del paese sovietico. Un’ulteriore testimonianza è data dalla ‘Prefazione’ al libro di Stepanov sulla elettrificazione e dallo scritto incompiuto, ‘Un cucchiaio di fiele in un barile di miele’ (14); in quest’ultimo intervento si occupa del volume di O.A. Ermanski, ‘L’organizzazione scientifica del lavoro e il sistema Taylor’, un libro, ad avviso di Lenin «pienamente adatto come manuale obbligatorio per tutte le scuole professionali e per le scuole secondarie in generale. Imparare a lavorare è attualmente il compito principale della Repubblica dei soviet, un compito che riguarda tutto il popolo. Sopprimere interamente l’analfabetismo; non contentarsi in nessun caso e andare oltre a qualsiasi costo, facendo proprio tutto ciò che di veramente prezioso c’è nella scienza europea e americana: questo è il nostro compito primario fondamentale» (35)” (pag 142-143) [Vincenzo Orsomarso, L'”autoeducazione” dei produttori. Gramsci e la rivoluzione sovietica, Spes – Rivista della Società di Politica, Educazione e Storia, suppl. di ‘Ricerche pedagogiche’, Roma, n. 10, luglio-dicembre 2019] [(31) K. Marx, ‘Prefazione’ alla seconda edizione russa del ‘Manifesto’, in K. Marx e F. Engels, ‘India, Cina, Russia’, a cura di Bruno Maffi, Milano, Il Saggiatore, 1965, p. 246. Cfr. V. Orsomarso, ‘Marx, Engels e la Russia’, in Id. ‘Da Labriola a Gramsci. Educazione e politica nel marxismo italiano’, cit., pp. 161-176; (32) Cfr. K. Marx F. Engels, ‘L’ideologia tedesca’, Roma, Editori Riuniti, 1958, p. 72; (33) K. Marx, ‘Prefazione’ alla seconda edizione russa del ‘Manifesto’, in K. Marx e F. Engels, ‘India, Cina, Russia’, cit., p. 246; (34) Cfr. Lenin, ‘Prefazione’ al libro di I.I. Stepanov, ‘L’elettrificazione della RSFSR in relazione alla fase di transizione dell’economia mondiale’, in Id., Opere complete, vol. XXXIII, Roma, Editori Riuniti, 1970, pp. 221-222; Lenin ‘Un cucchiaio di fiele in un barile di miele’, in op. cit., pp. 335-336. Il primo testo è del 18 marzo 1922, il secondo è stato scritto tra la fine di agosto e l’inizio di settembre dello stesso anno; (35), Lenin, ‘Un cucchiaio di fiele in un barile di miele’, in Id. Opere complete, vol. XXXIII, cit., p. 335]