“Dopo aver esaminato, nei due paragrafi precedenti, i concetti di merce e mercato e di prezzo politico utilizzati da Petty nella sua analisi, vediamo ora come egli affronti il problema dei prezzi relativi. Al riguardo sono possibili varie interpretazioni. La prima, proposta da Marx e ripresa da vari storici del pensiero di formazione marxista, consiste nell’attribuire a Petty una più o meno compiuta e coerente teoria del valore-lavoro (16). Vari passi, negli scritti di Petty, sembrano convalidare tale interpretazione. Ad esempio, nel ‘Trattato delle imposte e dei tributi’ egli afferma: «se 100 uomini lavorano per dieci anni per produrre grano, e lo stesso numero di uomini lavora per un eguale periodo per produrre argento, io dico, che il prodotto netto in argento è il prezzo dell’intero prodotto netto in grano, e parti eguali dell’uno il prezzo di parti eguali dell’altro» (17); e più avanti, nella stessa opera, afferma ancora: «il prezzo naturale alto e basso, dipende dal numero maggiore o minore di braccia richieste per produrre le cose necessarie» (18). Tuttavia, ancora più espliciti di quelli sopra riportati sono i passi in cui Petty sembra sostenere una teoria del valore-lavoro-e-terra: «tutte le cose dovrebbero essere valutate secondo due denominazioni naturali, che sono la terra e il lavoro; cioè, dovremmo dire, una nave o un vestito valgono una tale misura di terra, e una tal altra misura di lavoro, in quanto sia le navi che i vestiti sono stati creati dalle terre e dal lavoro umano applicato ad esse» (19)” (pag 110) [Alessandro Roncaglia, ‘Petty. La nascita dell’economia politica’, Etas Libri, Milano, 1977] [(16) Cfr. ad es. K. Marx (1971), p. 307; H. Denis (1973), p. 172; R. Meek (1973), pp. 34-6; G. Pietranera (1963), pp: 31-50; E. Roll (1966), pp. 97-9; (17) ‘Trattato delle imposte e dei tributi’, in W. Petty (1972), p. 84); (18) Ivi, p. 140; (19) Ivi, p. 85]
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- Articolo pubblicato:11 Febbraio 2022