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‘Abbiamo visto che la Parigi dei proletari si batte nell’interesse del contadino francese e che Versailles si batte contro di lui; ciò che i «rurali» paventano di più, è che Parigi possa farsi intendere dai contadini e non sia più separata da loro dal blocco; la ragione profonda della loro guerra contro Parigi, va ricercata nel loro sforzo per mantenere asservita la ‘paysannerie’ e trattarla, come in precedenza, quale materia taglieggiabile a proprio piacere (‘taillable à merci et miséricorde’). Per la prima volta nella storia la piccola e ‘media’ borghesia si è unita apertamente alla rivoluzione dei proletari ed ha proclamato che essa rappresentava il solo strumento della propria salvezza e di quella della Francia! Essa costituisce, a fianco degli operai, la massa della Guardia nazionale, siede al loro fianco alla Comune, e la sua «Union Repubblicaine» svolge un ruolo di mediazione in loro favore! Le principali misure della Comune sono state prese in favore della classe media – la classe dei debitori di Parigi, levatasi contro la classe dei creditori!. La classe media si era raggruppata al momento dell’insurrezione di Giugno (1848) (6), contro il proletariato, sotto le insegne della classe capitalista, dei suoi generali e dei suoi parassiti di Stato (233 bis). Ma fu ben presto punita, il 19 settembre 1848, dal rigetto della proposta dei «concordats à l’amiable» (intesa amichevole) (105). La vittoria riportata sull’insurrezione di giugno si rivelò rapidamente come la vittoria del creditore, del ricco capitalista, su questo debitore rappresentato dalla classe media. E reclamò immediatamente la propria libbra di carne (234). Il 13 giugno 1849, la Guardia nazionale di queste classi medie fu disarmata e presa a sciabolate dall’esercito della borghesia! Sotto l’Impero [a causa del]la dilapidazione delle risorse dello Stato, di cui si ingrassava il ricco capitalista, queste classi medie vennero lasciate in balia delle razzie degli speculatori di Borsa, dei re dello «chemin de fer» (gioco d’azzardo), delle società bancarottiere sul tipo del ‘Crédit mobilier’ (59) ecc., ed espropriate dall’Associazione capitalista (società per azioni). Esse si trovavano pertanto politicamente indebolite, colpite nei loro interessi economici e moralmente disgustate dalle orge furibonde di questo regime. Le infamie della guerra finirono con l’indignarle e risvegliarono i loro sentimenti di francesi. Di fronte ai disastri collezionati dalla Francia, in questa guerra, di fronte alla sua disgregazione nazionale e alla sua rovina finanziaria, queste classi medie avvertono di non appartenere alla classe in decomposizione di coloro che vogliono essere i negrieri della Francia, ma che soltanto le aspirazioni generose e la potenza erculea della classe operaia possono loro garantire la salvezza! Esse avvertono che solo la classe operaia può liberarle dalla tirannia dei preti [che solo essa] può cambiare la scienza da strumento di dominio di classe in una forza del popolo e può cambiare gli stessi scienziati da ruffiani dei pregiudizi di classe, da parassiti dello Stato alla caccia di posti e da alleati del capitale in liberi rappresentanti del pensiero. La scienza può svolgere il suo compito reale solo nella Repubblica del Lavoro” (pag 226-227) [Karl Marx, ‘1871. La Comune di Parigi. La guerra civile in Francia’, Edizioni International – Savona – Edizioni La Vecchia Talpa, Napoli, 1971] [note: (6) Riassumendo questi avvenimenti, Marx ne “Le lotte di classe in Francia” 1848-1850 (Ed. Riun., Roma, 1971), scrive: «Ma gli operai questa volta erano decisi a non tollerare una mistificazione come quella del luglio 1830. Essi erano pronti a riprendere la lotta e a imporre la repubblica con la forza delle armi… Il proletariato imponendo la repubblica al governo provvisorio e, attraverso il governo provvisorio, a tutta la Francia, occupava d’un colpo il centro della scena come partito indipendente, ma in pari tempo lanciava una sfida a tutta la Francia borghese. Ciò che esso aveva conquistato era il terreno della lotta per la propria emancipazione rivoluzionaria, ma non era certamente questa emancipazione. (…)»; (233bis) K. Marx, Le lotte di classe in Francia (1848-1850): «Insieme coi repubblicani borghesi, essi avevano cospirato il 16 aprile contro il proletariato, insieme con loro lo avevano combattuto nelle giornate di Giugno. In questo modo avevano minato essi stessi la base su cui si fondava la potenza del loro partito, giacché la piccola borghesia non può avere una posizione rivoluzionaria contro la borghesia, se non in quanto abbia dietro di sé il proletariato. Si dette loro il benservito» Ed. Riun., Roma, 1971; (234) Shakespeare, “Il mercante di Venezia”, atto 4, scena 1. Allusione al personaggio dell’usuraio Shylock che esige in pagamento del suo credito «una libbra di carne»; (105) Il 22 agosto 1848 l’Assemblea nazionale progettò i «concordats à l’amiable», le intese amichevoli fra debitori e creditori, nei suoi punti essenziali. Questo progetto di legge prevedeva una dilazione del termine di pagamento per i debitori che potevano provare di non essere in grado di pagare soltanto a causa dell’arresto degli affari causato dalla rivoluzione. La conseguenza del rifiuto decretato fu la bancarotta di massa dei piccoli borghesi parigini che vennero abbandonati ai creditori della grande borghesia; (59) ‘Crédit mobilier’ (Societé générale de crédit mobilier) – Credito mobiliare (Società generale di credito mobiliare) banca azionaria francese che fu fondata dei fratelli Péreire e con decreto del 18 novembre 1852 fu riconosciuta per legge. Scopo principale del Credito mobiliare era mediazione del credito e la fondazione di imprese industriali e di altro genere. La sua più grande fonte di entrate era la speculazione in borsa con valori cartacei delle società per azioni da essa fondate. La banca fu strettamente legata con il governo di Napoléon III e godette della sua protezione. Nel 1867 si giunse alla bancarotta e nel 1871 si ebbe la sua liquidazione. Marx rivelò la vera natura del Credito mobiliare in una serie di articoli che furono pubblicati nel “New York Daily Tribune”]