” Il 12 novembre, al momento del suo Congresso di Sonvillier, la Federazione del Giura, appoggiandosi sul fatto che il Consiglio generale non aveva convocato un congresso quest’anno, ma soltanto una conferenza, ha deciso d’indirizzare una circolare a tutte le sezioni aderenti all’Internazionale. Stampata a grande tiratura, essa fu lanciata ai quattro angoli del mondo, con lo scopo di invitare le altre sezioni a reclamare la convocazione immediata di un Congresso. Per noi, almeno in Germania ed in Austria, sono evidenti le ragioni per le quali il congresso ‘doveva’ essere sostituito da una conferenza. Noi non potevamo riunirci in Congresso, senza che, al ritorno, i nostri delegati fossero immediatamente arrestati e messi al fresco. I delegati di Spagna, d’Italia e di Francia si sarebbero trovati nella stessa situazione. Invece, una conferenza, di cui i dibattiti non sono pubblici e si limitano a questioni amministrative, era perfettamente possibile, non essendo divulgati i nomi dei partecipanti. Una tale conferenza presentava l’inconveniente di non poter decidere, né questioni di principio, né una modifica degli statuti, né, in modo più generale, degli atti relativi alla giurisdizione. Essa doveva limitarsi a decisioni amministrative in vista di un miglior funzionamento dell’Organizzazione, così come era stata stabilita dagli statuti e dalla risoluzioni dei congressi. Tuttavia la situazione esigeva misure di urgenza; si trattava di far fronte a una crisi momentanea e una conferenza bastava. Gli attacchi contro la conferenza non erano tuttavia che un pretesto. D’altronde la circolare non ne parla che occasionalmente. Al contrario, assicura anche che il male è più profondo. Sostiene che, secondo gli statuti e le prime risoluzioni dei congressi, l’Internazionale non è niente altro che una «libera federazione di sezioni autonome», di cui lo scopo è l’emancipazione dei lavoratori da parte dei lavoratori stessi, «al di fuori di ogni autorità dirigente, anche se emana dal libero consenso di tutti». Di conseguenza, il Consiglio generale non dovrebbe essere che un «semplice ufficio di statistica e di corrispondenza». Questa base iniziale sarebbe stata presto falsata, prima con il diritto accordato al Consiglio generale di decidere egli stesso l’ammissione dei nuovi membri e ancora di più dalle risoluzioni del Congresso di Basilea, accordanti al Consiglio generale il diritto di sospendere ogni sezione fino al prossimo congresso e di regolare provvisoriamente le controversie fino a che questo congresso non si fosse pronunciato (4). Il Consiglio generale si troverebbe così investito di un potere pericoloso. La libera associazione delle sezioni autonome sarebbe trasformata in un’organizzazione gerarchica ed autoritaria di «sezioni disciplinate» in modo che le sezioni sarebbero «poste interamente sotto le mani del Consiglio generale che può a suo piacimento, rifiutare la loro ammissione o anche sospendere la loro attività». I nostri lettori tedeschi sanno troppo bene il valore di un’organizzazione atta a difendersi, per non trovare tutto ciò molto sorprendente. E molto naturale, perché le teorie di Bakunin, che qui si sono sviste sbocciare completamente, non sono ancora penetrate in Germania. Una società operaia, che ha scritto sulle sue bandiere il motto della lotta per l’emancipazione della classe dei lavoratori; dovrebbe avere alla sua testa non un comitato esecutivo, ma un semplice ufficio di statistica e di corrispondenza. Infatti, la lotta per l’emancipazione della classe operaia non è che un semplice pretesto per Bakunin e i suoi compagni; il vero scopo è tutt’altro. «La società futura non deve essere nient’altro se non l’universalizzazione dell’organizzazione che l’Internazionale si sarà data. Noi dobbiamo aver cura di avvicinare il più possibile questa organizzazione al nostro ideale… L’Internazionale, embrione della società futura dell’umanità, è tenuta, fin da adesso, ad essere l’immagine fedele dei nostri principi di libertà e di federazione, essa deve rigettare dal suo seno ogni principio tendente all’autorità e alla dittatura». A noialtri Tedeschi, ci si rinfaccia il nostro misticismo; ma noi non raggiungiamo, e nemmeno da lontano, quello che abbiamo appena visto. L’Internazionale, embrione di una società futura, da cui saranno escluse le fucilazioni di Versailles, le corti marziali, gli eserciti permanenti, la censura della posta; il processo criminale di Brunswick! Noi difendiamo oggi la nostra pelle con tutti i mezzi; il proletariato, esso stesso dovrebbe organizzarsi non per la necessità della lotta che gli è imposta ogni giorno ogni ora, ma per la vaga rappresentazione che certi spiriti chimerici si fanno di una società dell’avvenire!” (pag 297-299) [F. Engels. ‘Il Congresso di Sonvillier e l’Internazionale’ (in appendice al volume: M. Bakunin, ‘Opere complete’. Volume III. La questione germano-slava. Il comunismo di Stato 1872, Edizioni della Rivista Anarchismo, Catania, 1977] [(4) L’articolo sesto (VI) delle Risoluzioni amministrative; votate dal Congresso di Basilea, stipula: «Il Consiglio generale ha ugualmente il diritto di sospendere, fino al prossimo Congresso, una sezione dell’Internazionale. Ogni gruppo, da parte sua, potrà rifiutare od escludere dal suo seno una sezione o società, senza tuttavia poterla privare del suo carattere d’internazionalità, ma potrà domandarne la sua espulsione al Consiglio generale»]