“Nel suo saggio sul moralista viennese, Walter Benjamin coglieva attraverso la ‘Questione ebraica’ di Marx, la grandezza e il limite di Karl Kraus. «Ma l’uomo in quanto membro della società borghese – citava Benjamin – l’uomo apolitico, appare necessariamente come l’uomo naturale… La rivoluzione politica dissolve la vita borghese nei suoi elementi senza rivoluzionare e sottoporre a critica questi stessi elementi. Essa tratta la società borghese, il mondo dei bisogni, del lavoro, degli interessi privati, del diritto privato come la base della propria esistenza…, e quindi come la sua base naturale… L’uomo reale è riconosciuto solo nella forma dell’astratto citoyen… Solo se il reale uomo individuale raccoglie in sé l’astratto cittadino e come uomo individuale, nella sua vita empirica, nel suo lavoro individuale, nei suoi rapporti individuali è diventato essere generico…, e quindi non tiene più separata da sé la forza sociale in forma di forza politica, solo allora si realizza l’emancipazione umana» (cit. da Walter Benjamin, ‘Avanguardia e rivoluzione’, Einaudi, 1973, p. 129). La valutazione di Benjamin, attraverso la conclusione dello scritto marxiano, non era errata. Kraus, infatti, proprio per le sue contraddizioni, conserva ancora oggi un’«attualità» su cui bisogna ‘pensare’ e l’occasione può diventare la tradizione di ‘Morale e criminalità’ presentata con un bellissima introduzione da Cesare Cases. (…) Kraus fa la satira del mondo borghese, una specie di controinformazione; oggetto della sua polemica è la morale dominante, la compressione della sessualità nelle regole divenute regressive del diritto, il potere di manipolazione che ha la stampa, la barbarie del progresso capitalistico (tematica che egli avrebbe esposto soprattutto nella ‘Muraglia cinese’ e nel suo capolavoro ‘Gli ultimi giorni dell’umanità’). Come nota Cases, Kraus non amava i sistemi filosofici ed è proprio questa differenza che gli permise pur con rischi di moralismo di giungere a realizzare l’unità di morale e parola di cui questi scritti sono un esempio” (pag 107-108) [Nestore Pirillo, ‘Morale e criminalità’, Ombre Rosse, Giulio Savelli Editore, n. 21, giugno 1977]
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- Articolo pubblicato:26 Marzo 2021