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“Come la concezione individuale del mondo, la scienza è un processo transitorio, un processo che comprende un campo limitato di esperienze. Possiamo fare delle affermazioni che abbiano un senso, solo nella misura in cui si tratta di questo processo. Dice Engels: «Nell’indagine si procede… sempre da questo punto di vista (della dialettica), così ha termine una volta per tutte la pretesa di soluzioni definitive e di verità eterne» (174). Qualsiasi affermazione riguardante un essere eterno, una sostanza eternamente indistruttibile è del tutto priva di senso. Oppure, come dice Engels: «L’essere è … in generale una questione aperta a partire dal limite dove ha termine il nostro campo visivo» (175). Quanto poco ha senso l’affermazione dell’essere eterno, di una sostanza materiale, tanto poco senso ha anche la stessa affermazione di un’idea eterna, di un pensiero eterno, di un pensiero assoluto. Idee e pensieri storicamente limitati si presentano solo nel processo, da noi descritto, delle concezioni del mondo presenti e passate. Oppure, come espresso da Engels, il pensiero umano «esiste solo come pensiero singolo di molti miliardi di uomini passati, presenti e futuri» (176)” (pag 51) [Friedrich Adler, ‘Friedrich Engels e la scienza della natura’, (traduzione interna, anni 1980); Friedrich Adler ‘Friedrich Engels und die Naturwissenschaft’ (in) ‘Marxismus und Naturwissenschaft’ (1925), a cura di Otto Jenssen] [(174) F. Engels, ‘Ludwig Feuerbach’, Editori Riuniti, 1972, pag 59 (ndt); (175) Marx Engels Opere complete, Editori Riuniti, vol. XXV, Anti-Düring, pag 42]