“Marx e Engels, interessati a questo argomento [il Termidoro, ndr], spinti dalla loro sempre vigile curiosità scientifica e da un costante interesse per le tappe rivoluzionarie della lotta sociale, tornano ripetutamente, nelle loro opere, sulle insurrezioni di germinale e pratile, ma all’infuori di qualche passo isolato delle memorie del tempo essi non disponevano quasi di alcuna documentazione per lo studio sistematico di questo periodo. Fatta forse eccezione per il libro di Jules Claretie già citato e per alcune pagine dell’opera di Edgar Quinet, le fonti a loro disposizione non offrivano che uno schema sommario e senza vita. Essi sapevano però valutare correttamente i fatti. “La rivoluzione francese è stata un movimento sociale dall’inizio alla fine”, disse Engels nel suo discorso ‘La festa dei popoli a Londra’, premettendovi il seguente chiarimento: “Questa rivoluzione non fu semplicemente una lotta per questa o per quella forma di governo (…). Il rapporto esistente tra la maggior parte delle insurrezioni del tempo e la carestia; l’importanza che dal 1789 presentano l’approvvigionamento della capitale e la distribuzione delle derrate alimentari; il decreto sul ‘maximum’; ‘guerra ai palazzi, pace alle capanne'” (1), infine il ritornello della ‘Carmagnole’ proclamante che al repubblicano serve non soltanto “del ferro e del cuore”, ma anche “del pane”, tali sono gli esempi coi quali Engels illustra le sue parole. Germinale e Pratile furono anzitutto insurrezioni della miseria, una protesta contro gli accaparratori, la lotta per il pane contro gli sfruttatori che avevano “confiscato la rivoluzione” a loro profitto. S’intende che le due insurrezioni del 1795 non furono e non potevano essere ancora insurrezioni del proletariato, benché i suoi partecipanti senz’altro fossero in maggioranza gli abitanti dei sobborghi operai. Al riguardo ci tornano a memoria queste parole di Lenin: “… La rivoluzione trionfa se spinge in primo piano la classe avanzata, che assesta seri colpi allo sfruttamento. A questa condizione le rivoluzioni trionfano, anche quando subiscono delle sconfitte” (2). Questa valutazione si attaglia anche alla gloriosa disfatta delle masse plebee parigine nel germinale e pratile 1795. La borghesia trionfante rispose a queste insurrezioni con le armi e con la ghigliottina. Lo sgomento delle classi possidenti provocò un odio e una crudeltà furiosi. Tuttavia queste due sollevazioni mostrarono ai vincitori che il 9 termidoro non aveva schiacciato tutti i loro nemici. Nella storia della lotta mondiale degli sfruttati contro gli sfruttatori gli “oscuri eroi” di Germinale e Pratile, come Herzen definì uno di essi, non saranno dimenticati mai” (pag 11-12) [dall’introduzione dell’autore] [Eugheni V. Tarle, Germinale e pratile’, Feltrinelli, Milano, 1976] [(1) V. la nota 1 del Capitolo terzo (n.d.T): Nota 1 capitolo terzo: K. Marx F. Engels, sotto il titolo ‘La festa delle nazioni in Londra’, fascicolo 24 (Miscellanea), ‘Scritti di Marx, Engels e Lassalle’, Luigi Mongini ed., Roma, 1908, con copertina della Editrice Avanti! 1925. Cfr. anche K. Marx F. Engels, Opere, Ed. Riuniti, Roma, 1972 (n.d.T.); (2) V. Lenin, Opere complete, Gosisdat, Moskva, vol. XXIX, p. 341] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]