“Riporto ora una breve citazione da un giornale italiano. Si tenta di isolarci dal resto del mondo in modo tale che noi riceviamo i giornali socialisti degli altri paesi come una grande rarità. Come una rarità ci è pervenuto un numero del giornale italiano ‘Avanti!’, organo del Partito socialista italiano, che ha partecipato a Zimmerwald, che ha lottato contro la guerra e che ha deciso oggi di non intervenire al congresso dei gialli a Berna, al congresso della vecchia Internazionale, al congresso di coloro che hanno contribuito con i propri governi a tirare a lungo questa guerra criminale. L”Avanti!’ è ancora sottoposto a una censura rigorosa. Ma nel numero, che ci è capitato di avere per caso, leggo una corrispondenza sulla vita del partito da una località chiamata Cavriago (un angolino sperduto, evidentemente, perché non si trova sulla carta geografica) e vedo che gli operai, dopo essersi riuniti, hanno approvato una risoluzione in cui si esprime simpatia al giornale per la sua intransigenza e dichiarano di approvare gli spartachisti tedeschi; seguono quindi parole che, pur scritte in italiano, sono comprensibili in tutto il mondo: «sovietisti russi»; gli operai salutano i «sovietisti» russi ed esprimono l’augurio che il programma dei rivoluzionari russi e tedeschi sia accettato in tutto il mondo e serva a condurre sino in fondo la lotta contro la borghesia e contro la dominazione militare. Ebbene, quando leggiamo una tale risoluzione di una qualsiasi sperduta Poscekhonie italiana, possiamo dire a buon diritto che le masse italiane sono per noi, che le masse italiane hanno capito che cosa sono i «sovietisti» russi, quale è il programma dei «sovietisti» e degli spartachisti tedeschi. E dire che fino a poco fa non avevamo un tale programma! Non avevamo alcun programma comune con gli spartachisti tedeschi! Ma gli operai italiani respingono tutto ciò che leggono nella loro stampa borghese, la quale, pagata dai milionari e dai miliardari, diffonde in milioni di copie calunnie contro di noi. Gli operai italiani non si fanno ingannare. Essi capiscono che cosa sono gli spartachisti e i «sovietisti» e dichiarano di simpatizzare per il loro programma, persino nel momento in cui questo programma non è ancora tracciato. Ecco perché è sotto così facile il nostro lavoro a questo congresso. Ci è bastato trascrivere come programma ciò che era già impresso nella coscienza e nei cuori degli operai, persino di quelli isolati in un angolino sperduto, separati da noi mediante cordoni polizieschi e militari. Ecco perché abbiamo ottenuto così facilmente o concordemente, in tutte le questioni principali, una decisione unanime, ecco perché siamo pienamente convinti che queste decisioni avranno una ripercussione possente sul proletariato di tutti i paesi. Il movimento dei soviet, compagni, ecco la forma che è stata conquistata in Russia, che si propaga oggi nel mondo intero e che con il suo solo nome fornisce gli operai un programma” (pag 486-487) [V.I. Lenin, ‘La fondazione dell’Internazionale Comunista’, Pravda, 7 marzo 1919, (in) V.I. Lenin, Opere XXVIII. Luglio 1918 – marzo 1919, Edizione Lotta Comunista, Milano, 2002] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:1 Febbraio 2020