“Era nello stile di Marx, e lo è rimasto fino alla fine della sua vita, che la sua insaziabile brama di sapere lo costringesse ad affrontare rapidamente i problemi più difficili, e che d’altra parte l’inesorabile autocritica gli impedisse di venire altrettanto rapidamente a capo. Dato il suo modo di lavorare, si sarà buttato a capofitto nella filosofia greca, ma lo studio anche soltanto di quei tre sistemi dell’autocoscienza non era cosa da potersi sbrigare in un paio di semestri. In cambio, Bruno Bauer, che confezionava i suoi lavori con non comune rapidità, anche troppa perché durassero, poteva comprendere poco, molto meno di quanto non lo potrà poi Friedrich Engels – che pure qualche volta si mostrò impaziente – che Marx non riuscisse a trovare né un limite né una meta alla sua autocritica. Lo «sporco esame di laurea» del resto aveva le sue difficoltà anche senza di ciò, se non per Bauer, certo per Marx. (…) [Bauer] [t]ornò, pieno di ardore battagliero, a Bonn dove sperava di provocare la crisi in una forma sostanziale, insieme a Marx, che avrebbe dovuto presto raggiungerlo. Essi tenevano ancora al progetto di una rivista radicale che volevano pubblicare insieme, ma quanto alla carriera accademica di Marx nell’Università renana, le cose si mettevano molto male. Come amico e collaboratore di Bauer egli doveva contare sulla più ostile accoglienza da parte della cricca dei professori di Bonn, e nulla era più lontano dalle sue intenzioni che mettersi ad adulare Eichhorn o Ladenberg, come gli consigliava Bauer, nella previsione assolutamente verosimile che poi a Bonn sarebbe stato «tutto caduco». In cose del genere Marx è sempre stato di una rigidezza estrema. Ma, anche se fosse stato incline ad incamminarsi per questo lubrico sentiero, era sempre da prevedere con certezza che ci sarebbe scivolato sopra. Infatti Eichhorn (1) non aspettò molto a mostrare come la pensasse. Per finire di demolire la schiera, già indebolita dalla vecchiaia, degli arrugginiti Vecchi hegeliani, egli chiamò all’Università di Berlino il vecchio Schelling, che era divenuto un credente nella rivelazione, e prese provvedimenti contro gli studenti di Halle, che in un rispettoso ricorso al re, in qualità di loro rettore, avevano chiesto la nomina di Strauss a Halle. Con tali prospettive, Marx, date le sue concezioni da Giovane hegeliano, rinunciò totalmente a prendere una laurea prussiana” (pag 28-29) [Franz Mehring, Vita di Marx, Editori Riuniti, Roma, 1976] [(1) Eichhorn Johann Albrecht Friedrich, ortodosso reazionario – successore del ministro del culto Altenstein – che si adoperava a sacrificare alle pretese della Chiesa la libertà della scienza, là dove essa era legata all’idea dello Stato, cioè la libertà accademica d’insegnamento (Mehring, pag 18 e 25), ndr]