‘Nonostante la scarsità di notizie, la solidarietà dell’Avanti! con la rivoluzione è immediata e senza riserve. Lunghe precedenti campagne antizariste, condotte dallo stesso giornale, avevano preparato i socialisti italiani a circondare di ammirazione e di affetto i rivoluzionari russi. La condotta dei bolscevichi durante la guerra era valsa a ridare nuovo vigore agli antichi sentimenti e a essi si guarda già durante la prima fase della rivoluzione come ai veri futuri protagonisti. Il governo Kerenski è considerato dall’Avanti!, fin dal primo momento, come transitorio e comunque non tale da rappresentare lo spirito della rivoluzione in marcia. Alla rivoluzione proletaria non si addice un governo borghese, afferma il giornale, esprimendo al tempo stesso la propria fiducia nei bolscevichi. Così, già nell’estate del 1917, i rappresentanti dei Soviet, giunti in Italia col permesso dei governi dell’Intesa per invocare la solidarietà dei socialisti italiani col governo Kerenski e con la guerra «democratica», erano stati accolti a Torino da grida inneggianti a Lenin e a Trotzki. Gli stessi nomi, e quelli dei loro maggiori collaboratori, appaiono ora circondati da un alone di leggenda. Comincia per l’Avanti! la faticosa caccia a ogni notizia, a ogni voce che si riferisca ai fatti di Russia, e i commenti e le osservazioni che le accompagnano sono talvolta ingenui, ma sempre caldi di entusiasmo. L’idea di una nuova Internazionale che rompa tutti i ponti col passato e della quale i rivoluzionari russi siano il nucleo, comincia naturalmente a farsi strada, prima ancora che si abbia notizia di analogo progetto da parte dei bolscevichi. Si riaccende contemporaneamente il dibattito sui problemi di natura ideologica, dai quali discende la grande strategia rivoluzionaria. E’ Bordiga, innanzi tutto, che dai fatti russi trova conferma di una sua antica linea di pensiero, fatta in realtà di astratto estremismo nel quale il gusto per la deduzione paradossalmente rigorosa prevale su ogni altro interesse. In questo stesso periodo, appare sull’Avanti! la voce del gruppo dirigente della sezione socialista torinese, entro il quale, uno posto di particolare rilievo occupa Antonio Gramsci. Di Gramsci è un suggestivo articolo, apparso il 25 luglio del 1918, nel quale, con linguaggio più hegeliano che leninista, si indaga sulla intima ragione per la quale l’«utopia» bolscevica è passata nel regno della realtà. Sono anche di Gramsci altri interessanti tentativi di analizzare, al lume dell’esperienza leninista, alcuni dei maggiori problemi politici della società italiana. Serrati stesso, sotto il nome di Ariste Tormenti, Panfilo Gentile, numerosi altri collaboratori, più spesso nascosti da pseudonimi, intervengono in questa prima presa di contatto con i problemi scaturiti dalla rivoluzione russa, mentre l’Avanti! cerca di soddisfare l’appassionato interesse dei suoi lettori, pubblicando scritti e lettere di Lenin, Trotzki, di Radek, considerazioni e informazioni sulla rivoluzione e i suoi capi, di Barbusse, di Rolland, di Reed, di Weiss, di Rappoport’ (pag 115-116) [Gaetano Arfè, Storia dell”Avanti!’, Milano, 1977] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:26 Febbraio 2018