“[…] (4) La realizzazione del prodotto nella società capitalistica (e quindi anche la realizzazione del plusvalore) non può essere spiegata senza aver chiarito 1) che il prodotto sociale, al pari di quello individuale, si scompone, per quel che concerne il valore, in tre parti, e non in due (in capitale costante + capitale variabile + plusvalore, e non soltanto in capitale variabile + plusvalore, come insegnavano Adam Smith e, dopo di lui, tutta l’economia politica fino a Marx), e 2) che, per quel che concerne la sua forma naturale, esso deve essere diviso in due grandi sezioni: mezzi di produzione (consumati produttivamente) e beni di consumo (consumati individualmente). Stabilite queste tesi teoriche fondamentali, Marx ha spiegato a fondo il processo di realizzazione del prodotto in generale e del plusvalore in particolare nella produzione capitalistica, mettendo a nudo l’assoluta erroneità delle concezioni che chiamano in causa il mercato estero nella questione della realizzazione. (5) La teoria della realizzazione di Marx ha fatto luce anche sulla questione del consumo e del reddito nazionale. Da quanto abbiamo esposto risulta automaticamente che una questione del mercato interno come questione a sé, indipendente da quella del grado di sviluppo del capitalismo, non esiste affatto. Ecco appunto perché la teoria di Marx non la pone mai e in nessun luogo come questione a sé. Il mercato interno sorge quando sorge l’economia mercantile; esso è creato dallo sviluppo di questa economia mercantile, e il grado raggiunto dalla divisione sociale del lavoro determina il livello del suo sviluppo; esso si estende con l’estendersi dell’economia mercantile dai prodotti alla forza-lavoro, e solo nella misura in cui quest’ultima si trasforma in merce il capitalismo abbraccia tutta la produzione del paese, sviluppandosi principalmente nel campo dei mezzi di produzione, che nella società capitalistica occupano un posto sempre più importante. Il «mercato interno» per il capitalismo è creato dallo stesso capitalismo nel corso del suo sviluppo, che approfondisce la divisione sociale del lavoro e divide i produttori diretti in capitalisti e operai. Il grado di sviluppo del mercato interno è anche il grado di sviluppo del capitalismo nel paese. Porre la questione dei limiti del mercato interno indipendentemente da quella del grado di sviluppo del capitalismo (come fanno gli economisti populisti) è un errore. Perciò la questione: come si forma il mercato interno per il capitalismo russo? si riduce a quest’altra: come e in qual direzione si sviluppano i diversi aspetti dell’economia nazionale russa? In che cosa consiste il nesso e l’interdipendenza di questi diversi aspetti?” [V.I. Lenin, ‘Lo sviluppo del capitalismo’, Roma, 1972] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:23 Ottobre 2017