“La 2° Internazionale aveva appena finito di esistere che già anche l’estrema sinistra alzava la propria voce chiedendo un fronte unico internazionale contro la guerra. Il primo tentativo venne in maniera interessante dalle donne. Clara Zetkin convocò una conferenza internazionale delle donne socialiste per il mese di marzo del 1915 a Berna. Nell’appello a questa conferenza si diceva: «Lo scopo di questa guerra non è la difesa della patria bensì il suo ingrandimento…Gli operai non hanno nulla da guadagnare da questa guerra ma tutto da perdere, quel che è loro caro e prezioso… L’intera umanità guarda a voi, compagne proletarie dei popoli belligeranti… Unitevi in un solo volere, in una sola azione! Ciò che i vostri uomini e i vostri figli non possono ancora affermare, proclamatelo voi un milione di volte: Il popolo operaio del mondo è un popolo di fratelli… Abbasso il capitalismo, che sacrifica alla ricchezza e al potere dei possidenti ecatombi di uomini! Abbasso la guerra! Viva il socialismo!» (66). Fra i socialisti russi vi erano i bolscevichi che già nel novembre del 1914 pubblicavano un manifesto nel quale veniva richiesta la fondazione di una nuova internazionale (67). Nel settembre del 1915 si ebbe a Zimmerwald presso Berna su iniziativa dei socialisti italiani con l’appoggio di quelli elvetici la prima grande conferenza internazionale. Complessivamente presero parte ad essa 38 delegati di undici paesi (68). Dalla Germania arrivarono dieci delegati: sette appartenevano alla corrente di sinistra del Centro e seguivano la direzione di Ledebour e Adolf Hoffmann; due appartenevano al «Gruppo Internazionale»; il terzo era Julian Borchardt, l’editore di «Raggi di luce», che dal 1914 combatteva la politica di guerra ed aveva collaborato da vicino con Radek e la sinistra olandese di Pannekoek (69). Lenin ricevette per il suo programma di trasformazione della guerra imperialista in una guerra civile, per la sconfitta del proprio governo imperialista, e l’organizzazione della III Internazionale, soltanto sette voti su trenta. Dei rappresentanti tedeschi soltanto Borchardt votò per lui (70). Il «gruppo internazionale» non si schierò con lui. Ci si accordò su un appello che sottolineasse fortemente il carattere imperialistico della guerra e il tradimento di quei socialdemocratici che avevano votato i crediti di guerra e che esortasse gli operai alla lotta di classe per una pace senza annessioni. Rosenberg richiama l’attenzione sul fatto che ancora in una lettera di Spartaco nel 1915 Lenin e il suo punto di vista venisse citato con una sola proposizione, e questo perché gli stessi spartachisti consideravano i bolscevichi come una insignificante minoranza nell’area dell’opposizione internazionale (71)” [Ossip K. Flechtheim, ‘Il partito comunista tedesco (Kpd) nel periodo della Repubblica di Weimar’, Milano, 1970] [(66) “Storia illustrata…”, p. 134; il testo completo in Frölich, «10 anni…», p. 222-224; (67) “Storia del KPSU”, p. 200; (68) Präger, “Storia del Partito socialdemocratico tedesco indipendente, USPD”, p. 82, e Grossmann in “Dizionario dell’economia politica”, II, p. 439; (69) Rosenberg, “Storia del bolscevismo”, p. 79, intorno a Borchardt cfr. Frölich, «10 anni…», p. 147; (70) Rosenberg, op. cit., p. 80; (71) Rosenberg, op. cit., p. 81] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:28 Settembre 2017