“Già il 13 settembre ebbe luogo sul Frankenplatz di Colonia un’assemblea organizzata dalla «Neue Rheinische Zeitung», alla quale parteciparono 6.000 persone. Wilhelm Wolff, il primo oratore, propose la formazione di una commissione di tutela per quella parte della cittadinanza che era priva di una rappresentanza negli organismi pubblici della città. La proposta fu accolta da un uragano di applausi. Il secondo oratore, Engels, invitò l’assemblea a inviare un appello all’Assemblea popolare di Berlino per sottolineare in particolare che né il governo prussiano, né il re potevano avere il diritto di sciogliere le rappresentanze del popolo. Se si fosse arrivati a questo tentativo, allora l’assemblea avrebbe avuto il dovere di difendere la sua posizione anche con la forza delle baionette. Anche questa proposta fu accolta unanimemente. Quattro giorni dopo ebbe luogo un’altra assemblea di massa. Nei prati lungo il Reno nei pressi di Worrigen, tra Düssendorf e Bonn, si riunirono 10.000 persone che, alla domanda del presidente, Karl Schapper, quasi unanimemente si pronunciarono per una repubblica democratica, sociale e rossa. E di nuovo su proposta di Engels fu inviato alla Dieta nazionale di Francoforte un appello così concepito: «I cittadini dell’impero tedesco qui riuniti dichiarano che, in caso di opposizione del governo prussiano alle conclusioni dell’Assemblea nazionale e nel caso in cui il potere centrale dovesse innescare un conflitto tra la Prussia e la Germania, essi, a costo della vita, si schiererebbero dalla parte della Gerrmania» (9). Anche questo appello fu accolto con applausi. Dal suo posto accanto alla tribuna Jenny seguiva gli avvenimenti con intenso interesse. Conosceva quasi tutti gli oratori; il giovane focoso rappresentante degli operai di Düsseldorf, Ferdinand Lassalle, l’aveva conosciuto di recente. (…) Come risposta agli avvenimenti rivoluzionari in Renania venne dichiarato lo stato di emergenza in varie città, un fatto che suscitò l’ira popolare e provocò il 18 settembre a Francoforte gravi scontri, nel corso dei quali due odiati rappresentanti reazionari furono linciati della folla. Il 25 settembre furono spiccati i mandati d’arresto a carico degli oratori principali delle assemblee di massa: Engels, Schapper, Wolff, Moll e Dronke. Schapper venne arrestato; Engels e gli altri riuscirono a fuggire. Gli operai volevano erigere delle barricate nel mercato vecchio di Colonia; Marx li esortò a non lasciarsi provocare e ad evitare una lotta impari contro i militari armati. Essi seguirono il suo consiglio e alla città fu risparmiato lo spargimento di sangue. Invece, per ordine del comandante militare, che aveva dichiarato lo stato d’assedio il 26 settembre, tutti i giornali di Colonia dovettero sospendere le pubblicazioni. Il divieto di stampa si protrasse per due settimane. Per Karl e Jenny furono settimane di estrema frustrazione. La «Neue Rheinische Zeitung» era l’altoparlante della rivoluzione tedesca, e la sua voce era particolarmente importante proprio adesso che si trattava di controbattere con coraggio gli aperti sforzi della reazione di annientare le conquiste delle giornate di marzo” (pag 90-91) [Heinz Frederick Peters, Jenny la rossa. Una vita con Karl Marx’, Mursia, Milano, 1989] [(9) ‘Der Bund der Kommunisten, Dokumenten und Materialien’, vol. I, Berlino, 1970, p. 849]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:15 Febbraio 2023