“In occasione della settima Conferenza panrussa del Partito operaio socialdemocratico russo, tenutasi tra il 24 e il 29 aprile 1917, Lenin aveva spiegato che il capitalismo di Stato – impadronendosi di fatto, nel corso della guerra, di quasi tutti i settori produttivi e distributivi – aveva confermato la previsione fatta da Friedrich Engels all’epoca dell’approvazione del programma di Erfurt (1891): di fronte all’esistenza dei ‘trust’, «che dominano e monopolizzano intere branche dell’industria», non era più possibile continuare a «parlare di assenza di un piano» (*). L’analisi di Engels risultava per Lenin ancora più valida nella congiuntura attuale: il capitalismo si era sviluppato enormemente nei primi tre lustri del Ventesimo secolo e la guerra aveva infine portato a compimento tale processo, promuovendo nei Paesi più avanzati la progressiva eliminazione delle piccole e medie aziende, l’internazionalizzazione del capitale, la statizzazione dei settori strategici dell’industria. In breve: il conflitto mondiale aveva provocato il passaggio dal capitalismo monopolistico al capitalismo monopolistico di Stato. Era stata la pressione delle relazioni di potere e delle circostanze belliche ad imporre la regolamentazione economica nelle città e nelle campagne; la mobilitazione e la dislocazione delle forze lavorative a seconda delle necessità; la redistribuzione territoriale e logistica degli investimenti, delle materie prime, dei prodotti alimentari. Queste erano state le premesse della rivoluzione socialista: «La situazione oggettiva ha dimostrato che la guerra ha accelerato lo sviluppo del capitalismo, che dal capitalismo si è passati all’imperialismo, dai monopoli alla statizzazione, tutto questo ha avvicinato la rivoluzione socialista e ne ha creato le condizioni oggettive. Così la rivoluzione socialista è stata affrettata dal corso della guerra» (**). L’opera di Lenin che meglio ci aiuta a comprendere la sua idea della sussunzione delle pratiche del capitalismo monopolistico di Stato al programma del socialismo è probabilmente l’opuscolo ‘La catastrofe imminente e come lottare contro di essa», redatto nel mese di settembre. Il dirigente bolscevico vi indicava nel dettaglio – cercando di far aderire le sue osservazioni alla concretezza della situazione russa – quella serie di provvedimenti che tutti gli Stati belligeranti, «schiacciati dalle enormi pene e calamità della guerra, soffrendo in maggiore o minore misura dello sfacelo e della carestia», avevano già da lungo tempo stabilito per sostenere l’insieme della vita economica” [Antonella Salomoni, a cura, ‘La Rivoluzione Russa’, Milano, 2015] [(*) F. Engels, ‘Critica del progetto di programma di Erfurt’, in K. Marx, F. Engels, ‘Opere’, Editori Riuniti, Roma, 1968; (**) V.I. Lenin, ‘Rapporto sul momento attuale (24 aprile 1917)’, in ‘Opere complete, cit.] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:21 Agosto 2017