“Il dibattito sul crollo [del capitalismo] si attesta insomma attorno a tre posizioni teoriche principali: quella «socialdemocratica» o riformista che esclude la possibilità del crollo (Hilferding, Kautsky); quella «bolscevica» che guarda alla fine del capitalismo come conseguenza di guerre tra ‘trusts’; e, infine l’unica che, sull’eredità del pensiero di Rosa Luxemburg, sostiene la tesi del crollo. La novità all’interno di questo dibattito è data dalla posizione di Henryk Grossmann (1881-1950). Economista polacco, docente presso l’Istituto di ricerca sociale di Francoforte, egli teorizza il crollo facendolo dipendere da «carenza di plusvalore», in conseguenza dell’aumento progressivo e incessante della quota di capitale necessaria nel sistema per i reinvestimenti a detrimento di quella per il consumo dei capitalisti (29). Questi ultimi – vedendo diminuire la parte del prodotto di cui possono disporre – non sono più orientati ad investire nel settore produttivo ed indirizzano i propri capitali verso la speculazione, causando così da un lato disoccupazione e dall’altro un effimero innalzamento del valore dei titoli e delle rendite. Grossmann pone questi fenomeni alla base della necessità del crollo e ciò lo conferma nella convinzione del fondamentale merito scientifico di Marx consistito nell’aver «esattamente dimostrato per primo le insolubili contraddizioni» e dunque anche la «impossibilità della regolamentazione della produzione sulla base dell’ordinamento sociale esistente» (30). In questo modo egli, trasferendo il problema dalla fase di circolazione a quella a monte della produzione rappresenta sia il superamento delle posizioni ortodosse sul «crollo» sia la critica dello sviluppo dell’analisi marxista. Questa, come si è visto, dopo gli anni Venti, si trova a dover affrontare la spiegazione del perché dell’insuccesso delle previsioni che erano state formulate tanto da chi aveva sostenuto la necessità del crollo quanto da chi aveva ipotizzato modificazioni strutturali del capitalismo” [Daniela Parisi, ‘Introduzione storica all’economia politica’, Bologna, 1986] [(29) H. Grossmann, ‘Das Akkumulation und Zusammenbruchgesetz des Kapitalistischen Systems’, Leipzig, 1929; trad. it., ‘Il crollo del capitalismo’, Milano, Jaca Book, 1977; H. Grossmann, ‘Marx, l’economia politica classica e il problema della dinamica’ (1969), Bari, Laterza, 1971; (30) Ibidem, p. 574]