“La carta moneta è ‘segno d’oro’, cioè segno di denaro. Il suo rapporto coi ‘valori’ delle merci sta solo nel fatto che questi vengono espressi idealmente con le medesime quantità d’oro che sono rappresentate simbolicamente e visibilmente dalla carta. La carta moneta è ‘segno di valore’ solo in quanto rappresenta quantità d’oro che sono anche quantità di valori, come tutte le altre quantità di merci. Si domanda, infine, perché l’oro possa essere sostituito con semplici segni di se stesso, senza alcun valore proprio. Ma, come s’è visto, esso è sostituibile a questo modo solo in quanto viene isolato o reso indipendente nella sua funzione di moneta o mezzo di circolazione. Ora, il fatto che questa funzione diventi indipendente, non ha luogo, è vero, per le singole monete d’oro, benché esso si presenti quando monete d’oro logorate continuano a circolare; le monete d’oro sono semplici monete o mezzi di circolazione esattamente soltanto finché circolano realmente. Tuttavia, quel che non vale per la singola moneta d’oro, vale per la massa minima d’oro sostituibile con la carta moneta. Questa abita costantemente nella sfera della circolazione, funziona continuamente come mezzo di circolazione, ed esiste quindi soltanto come depositaria di questa funzione. Dunque il suo movimento rappresenta soltanto il continuo trasformarsi l’uno nell’altro dei processi opposti della metamorfosi delle merci M-D-M: nel quale fenomeno, la figura di valore della merce si presenta di contro alla merce solo per tornare a scomparire immediatamente. La ‘rappresentazione indipendente del valore di scambio della merce’ è qui solo un momento fuggevole. Quindi, in un processo che fa passare costantemente il denaro da una mano all’altra, è sufficiente anche la sua esistenza puramente simbolica. Per così dire, la sua esistenza funzionale assorbe la sua esistenza materiale. Riflesso dileguante oggettivato dei prezzi delle merci, esso funziona ormai soltanto come segno di se stesso, e quindi ha bisogno di una sua propria ‘validità oggettivamente sociale’: e il simbolo cartaceo ottiene tale validità mediante il corso forzoso. Questa coercizione dello Stato è valida solo all’interno di una sfera di circolazione circoscritta dai confini di una comunità, ossia interna; ma del resto, solo in essa il denaro si risolve completamente nella propria funzione di mezzo di circolazione o moneta, e può quindi ricevere nella carta moneta un genere di esistenza esternamente separato dalla sua sostanza metallica e puramente funzionale” [Karl Marx, ‘Il capitale. Critica dell’economia politica. Libro Primo: Il processo di produzione del capitale. Volume 1’, Roma, 1951]