“Con la Sacra Famiglia cominciò per Marx ed Engels quel lavoro in comune, che durò quasi quarant’anni ed esercitò una decisiva influenza sulla evoluzione storica della democrazia sociale internazionale ed in ispecie di quella tedesca. Ambedue erano legati da un’amicizia, di cui la storia non conosce la più genuina, la più resistente. Essa fu assolutamente  libera da tutti quelli attriti e disaccordi che sono quasi inevitabili tra due caratteri, di cui ognuno era tanto spiccatamente pronunciato, nelle mille vicende d’una lotta accanita, tanto ricca di sconfitte quanto di vittorie. Era un’amicizia, corazzata contro tutte le tentazioni, con cui il mondo esteriore cercava, a bella posta od inavvertitamente, di avvicinarla. E’ ancor oggi e forse sarà sempre impossibile distinguere nettamente quel che si debba all’uno e quel che spetti all’altro, nella loro opera comune. Dopo la morte di Marx, a dir vero, a lui fu attribuita spesso da Engels la parte di gran lunga maggiore, in tutto quel lavoro. Ma forse l’affermazione di Engels non era del tutto imparziale. Come, vivendo il suo amico, egli era stato troppe volte dimenticato nel giudizio dei contemporanei, così, dopo la morte di Marx egli fu, da questo stesso giudizio, apprezzato assai più di quel ch’ei credesse di meritare. Egli diceva perciò, non senza ragione, che, senza Marx non avrebbe mai fatto ciò che fece; il che però dev’essere completato, secondo i sentimenti del defunto suo compagno di lotta, in questo senso, che anche Marx senza Engels non sarebbe mai divenuto quel ch’egli divenne. E questo emerge appunto subito dal principio” [Fran Mehring, ‘Storia della sociale democrazia tedesca. Parte prima. Dalla rivoluzione di luglio fino al conflitto per la costituzione in Prussia (1830-1863)’] [(in) Marx Engels Lassalle Mehring, ‘Opere, a cura di Ettore Ciccotti’, Società Editrice “Avanti!”, Milano, 1914]