“Bucharin (Mosca, 1888) comincia a frequentare i circoli di sinistra quando ancora studia al ginnasio. E’ questo il periodo dei moti del 1905. Terminato il ginnasio, si iscrive all’Università di Mosca. Nel 1906 entra nel partito bolscevico, dedicandosi ad un’intensa attività propagandistica in diversi quartieri moscoviti finché nel 1908 viene inserito nel gruppo dirigente del partito della città. Subisce diversi arresti e nel 1910 viene confinato nella regione dell’Onega. Ma al confino non ci resta molto. Fugge e ripara all’estero dove viene a contatto con Lenin, che ne apprezza le doti di pensatore e teorico brillante. Negli anni dell’esilio scrive una serie di saggi sul marxismo. Vive per lo più in Austria. Nell’inverno del 1912-1913 segue un corso di economia all’Università di Vienna e scrive il libro «L’economia politica del rentier». Quando nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale, Bucharin, in quanto russo, viene arrestato con l’accusa di spionaggio. Ma è un’accusa manifestamente infondata e viene rilasciato. Tuttavia è costretto a trasferirsi in Svizzera. In questo periodo scrive il saggio «L’economia mondiale e l’imperialismo». Nel 1915 si trasferisce in Svezia, dove frequenta il gruppo rivoluzionario dei «Giovani». La polizia svedese lo arresta con l’accusa di essere un agente di Lenin e dopo un breve periodo di detenzione lo espelle dal paese. Bucharin è costretto a spostarsi in Norvegia, poi in Danimarca. Nell’ottobre 1916 raggiunge clandestinamente l’America, dove a New York dirige il giornale in lingua russa «Novyj Mir». Dopo la vittoria della rivoluzione di febbraio del 1917 fa ritorno a Mosca passando attraverso il Giappone e la Siberia. Viene eletto nell’esecutivo del soviet di Mosca e nel comitato moscovita del partito bolscevico. Dirige la rivista teorica «Spartak» ed entra nella direzione del quotidiano «Social-demokrat». In questo periodo Bucharin è su posizioni radicali e sostiene nel partito bolscevico una linea di sinistra. Il VI congresso del partito (Pietrogrado, luglio 1917) lo elegge nel comitato centrale. Dopo la rivoluzione d’ottobre, nel dicembre 1917, viene nominato direttore della «Pravda». Nel 1918, coerentemente con le sue posizioni di sinistra, entra in contrasto con Lenin durante il negoziato di Brest-Litovsk. Come altri esponenti della sinistra del partito, Bucharin è fautore di una guerra rivoluzionaria contro la Germania, mentre invece Lenin vuole raggiungere la pace ad ogni costo. Vince Lenin e la Russia firma la pace separata con la Germania. Nel 1921 Bucharin scrive «Teoria del materialismo storico», in cui polemizza con Kautsky, e il famoso «Nuovo corso dell’economia politica». La linea della Nep, lanciata da Lenin, è ormai la linea del partito negli anni Venti. Bucharin ne diventa uno dei più brillanti sostenitori e teorici. E’ suo il famoso slogan rivolto nel 1925 ai contadini «Arricchitevi!». In questi anni Bucharin fa parte del Consiglio superiore dell’economia e svolge un ruolo di grande rilievo nell’Internazionale comunista. nel 1925, in aperta polemica con Rosa Luxemburg, scrive il saggio «L’imperialismo e l’accumulazione del capitale». Nello stesso anno, al XIV congresso del partito, Bucharin è ormai uno dei leader della destra e in quanto tale si allea con Stalin contro la sinistra di Zinoviev e di Trotsky. Nel 1926 viene eletto presidente del Comintern succedendo in questa carica a Zinoviev. Al XV congresso del 1927 Bucharin si oppone al programma di collettivizzazione forzata delle campagne sostenuto da Stalin. Nel 1929, alla XVI conferenza del partito, Bucharin cerca di impedire la condanna all’esilio di Trotsky. Stalin lo attacca violentemente. La conseguenza è che Bucharin perde il suo seggio nell’ufficio politico, la carica di direttore della «Pravda» e quella di presidente del Comintern. Nel 1933 Bucharin riconosce i suoi errori, «confessa» tutte le colpe e nel 1934 viene nominato direttore delle «Izvestija». Al primo congresso degli scrittori sovietici, quello del trionfo del realismo socialista, Bucharin pronuncia un discorso molto articolato e pieno di sfumature. Sembra il segno di un suo pieno ritorno alla vita politica. Nel 1935 viene chiamato a far parte della commissione dei 31 incaricata di redigere il testo della “Costituzione staliniana”. Intanto in Germania è andato al potere Hitler. Bucharin nega che il fascismo sia una semplice variante del capitalismo e parla di «disumanizzazione delle masse» «in proporzione diretta alla glorificazione del capo». Quest’ultimo accenno poteva avere una valenza che andava oltre i limiti geografici e temporali della Germania nazista. Ed è così che probabilmente è inteso, quando negli anni 30 si svolgono a Mosca i grandi processi con i quali Stalin si libera della maggior parte dei bolscevichi della prima ora. Bucharin viene arrestato, costretto a confessare complotti e atti di terrorismo. Condannato a morte nel 1938, si ignora la data dell’esecuzione” [Dino Bernardini, ‘Protagonisti’] [(in) Aa.Vv, ‘Se vince Gorbaciov. Storia immagini documenti riflessioni nel 70° della rivoluzione d’ottobre’, Roma, 1987] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:4 Giugno 2017