“A Ginevra, Plechanov aveva letto l”Antidühring’ di Engels; a Parigi prosegue il suo sforzo per conoscere più da vicino Marx e il marxismo (59). A tal fine si documenta sulla storia della I Internazionale e sulla lotta senza quartiere fra Marx e Bakunin. Alla luce di questi documenti capisce che è impossibile conciliare il marxismo e il populismo di ispirazione bakunista. Legge anche la ‘Filosofia della miseria’ di Proudhon, e la risposta di Marx la ‘Miseria della filosofia’: evidenti tracce di questo interno lavoro sono rimaste anche nel carteggio fra Plechanov e Lavrov. «Con mio grande rincrescimento e stizza – afferma Plechanov in una lettera senza data, probabilmente dell’aprile 1881 – non posso ricordare dove usa Marx l’espressione «categoria storica»… Mi sembra che questa espressione sia usata per la prima volta ne «La misère de la philosophie» sebbene dove in particolare non posso dire» (60). Molto probabilmente la lettura di uno scritto di Engels del 1875 contro Tkacev fece vacillare definitivamente la fiducia nel populismo. Nella polemica contro il blanquista russo, Engels giungeva in sostanza alla conclusione cui giungeva Orlov nel suo lavoro e affermava che «l’obscina in Russia già da molto tempo ha raggiunto il suo massimo rigoglio e con tutta probabilità va verso la sua distruzione» (61). Fra gli elementi che contribuirono all’evoluzione delle concezioni di Plechanov va senz’altro presa in considerazione l’influenza della socialdemocrazia tedesca, fattore che anche di recente è stato a torto tralasciato da storici di diversa formazione. E’ noto che Kautsky rimase profondamente colpito da Plechanov nell’incontro avvenuto a Parigi durante una riunione operaia (62). Comunque sia, durante il periodo precedente all’emigrazione e immediatamente successivo, Plechanov aveva assunto una posizione critica nei confronti della socialdemocrazia tedesca; ma ora le sue opinioni subiscono un impercettibile cambiamento parallelamente alla revisione delle sue concezioni bakuniste sullo Stato e la lotta politica. Tra le due tendenze interne alla socialdemocrazia tedesca, i ‘cernoperedel’ey, all’inizio, erano solidali con Most, e la sua frazione anarchica, influenzata pure da Tkacev e da Gartman. Gli dettero ospitalità perfino sul loro giornale per attaccare la socialdemocrazia tedesca. Plechanov non approvava gli articoli di Most «sebbene fossi uno dei redattori del ‘Cernyj Peredel’, l’articolo di Most apparve in esso senza ‘che io lo sapessi’ perché non ero presente. Non mi piaceva che esso fosse apparso perché mi allontanavo sempre più dall”anarchismo’ e mi avvicinavo sempre più alla socialdemocrazia. Ma l’errore era incorreggibile» (63). In rapporto a questo fatto, di recente Baron ha risollevato una questione di estremo interesse: mentre Plechanov compie i passi decisivi verso il marxismo, dall’altro Marx e Engels si allontanano dai ‘Cernoperedel’cy’ per esprimere tutta la loro simpatia ai loro avversari: i ‘narodovol’cy’. Il fenomeno, secondo Baron, è ironico. Noi crediamo che sia molto più ironico il rinvio che fa Baron a Bernstein per attaccare Marx (64). Non si riesce proprio a capire come si possa riconoscere una «certa validità», come fa Baron, alla tesi di Bernstein per cui Marx si sarebbe ripetutamente astenuto dall’attaccare le posizioni teoriche dei populisti quando poi lo storico anglosassone riconosce che il populismo di stampo bakunista su quasi tutta la linea è antitetico al marxismo oppure, che lo scritto di Engels contro Tkacev ha dato un grande impulso all’allontanamento di Plechanov dal populismo (65). Forse si tratta di un rebus che lo stesso Baron non sarebbe in grado di spiegare” [Renato Risaliti, ‘G.V. Plechanov da populista a marxista’, ‘Critica storica’, Roma, n. 4 1969]  [(59) Dejc, ‘Kak G.V. Plechanov stal markistom’, p. 120; (60) ‘Dela i Dni’, 1921, II, pp. 78 e segg.; (61) Marx e Engels, ‘Socinenija (opere)’, p. 545 (II ed. russa), e il Baron, ‘Plekhanov. The Father of russian marxism’, London, 1963, p.60; (62) Baron, op. cit., e Polevoj, op. cit. [I.Z. Polevoj, ‘Zarozdenie markisma v Rossii’ (La nascita del marxismo in Russia), Moskva, 1959] nei capitoli corrispondenti. La dimostrazione che egli seguiva attentamente la lotta della socialdemocrazia è data dalla lettera che egli inviò al congresso di Wieden del 1880 in nome del ‘Cernyj-peredel’. Cfr. ‘Protokolle des Kongresses der deutschen Sozialdemocratie abgekalten auf Schloss Wiede in der Schweiz am 20 bis 23 August 1880’, Zurich, Verlag A. Herde, Seite 13 e anche il libro ‘Friedrich Engels Briefwechsel mit Karl Kautsky’, Wien, 1955, p. 18; (63) G.V. Plechanov, XXIV, p. 159 (nota); (64) Bernstein, ‘Karl Marks i russkie  revoljucionery’ (Karl Marx e i rivoluzionari russi), pp. 9-10, 16-17; (65) Baron, op. cit., pp. 66-67]