“A seconda della lunghezza del periodo di rotazione, per mettere in moto il capitale produttivo è necessaria una massa più o meno grande di capitale denaro. Abbiamo visto allo stesso modo che la divisione del periodo di rotazione in tempo di lavoro e tempo di circolazione determina un aumento del capitale latente in forma di denaro, o sospeso. In quanto il periodo di rotazione dipende dalla lunghezza del periodo di lavoro, esso, rimanendo invariate tutte le altre circostanze, è determinato dalla natura materiale del processo di produzione; dunque, non dallo specifico carattere sociale di questo processo di produzione. Ma, sulla base della produzione capitalistica, operazioni importanti e di lunga durata necessitano forti anticipazioni di capitale denaro per un periodo considerevole. In tali sfere, la produzione dipende perciò dai limiti in cui il singolo capitalista dispone di capitale denaro. Questi limiti vengono infranti dal sistema del credito e dal tipo di associazione che vi si accompagna, per es. dalle società per azioni. Perturbamenti sul mercato del denaro arrestano tali imprese, mentre queste stesse imprese causano a loro volta perturbamenti sul mercato del denaro. Sulla base di una produzione sociale (1) il problema è di stabilire in qual misura queste operazioni, che sottraggono per un certo periodo forza lavoro e mezzi di produzione senza fornire nello stesso arco di tempo un prodotto qualsiasi come effetto utile, possono essere portate a termine senza pregiudizio dei rami di produzione che, nel corso dell’anno, non prelevano soltanto in modo continuativo o più volte ripetuto forza lavoro e mezzi di produzione, ma forniscono anche mezzi di sussistenza e mezzi di produzione. Nella produzione sociale come nella produzione capitalistica, gli operai occupati in rami di industria con periodi di lavoro relativamente brevi non sottrarranno che per breve tempo dei prodotti senza fornire altri in cambio, mentre i rami d’industria con lunghi periodi di lavoro continueranno a praticare questi prelievi per tempi abbastanza lunghi prima di poter restituire quanto hanno prelevato. Questa circostanza trae perciò origine dalle condizioni oggettive del processo di lavoro considerato, non dalla sua forma sociale. Nella produzione sociale il capitale denaro scompare. La società ripartisce forza lavoro e mezzi di produzione fra i diversi rami d’industria. I produttori possono anche ricevere buoni di carta, mediante i quali prelevano dalle scorte di consumo sociali un ‘quantum’ corrispondente al loro tempo di lavoro. Questi buoni non sono denaro. Non circolano (1).” [Karl Marx, ‘Il capitale. Libro secondo’, Milano, 2010, a cura di Bruno Maffi] [(1) Cioè, al solito, collettivistica o comunista; (2) Questo rapido scorcio sul carattere non-monetario, come non mercantile, della società socialista integra le considerazioni svolte da Marx nella ‘Critica del programma di Gotha’ (punto 3) a proposito del «buono» o «scontrino» di lavoro nello stadio definito come di «comunismo inferiore»]