“Se per la borghesia la democrazia è divenuta in parte superflua, in parte d’impaccio, in cambio per la classe operaia rimane necessaria e imprescindibile. E’ in primo luogo necessaria, perché sviluppa forme politiche (autonomia amministrativa, diritto di voto, ecc.), che serviranno al proletariato da punti di partenza e d’appoggio per la trasformazione della società borghese. Secondariamente, è imprescindibile perché solo in essa, nella lotta per la democrazia, nell’esercizio dei suoi diritti il proletariato può diventare cosciente dei propri interessi di classe e dei propri compiti storici. In una parola, la democrazia è una necessità imprescindibile non perché renda ‘superflua’ la conquista del potere politico da parte del proletariato, ma al contrario perché la fa ‘necessaria’ e a un tempo ne rappresenta l’unica ‘possibilità’. Se Engels nella sua prefazione alle ‘Lotte di classe in Francia’ (1) ha riveduto la tattica attuale del movimento operaio e ha contrapposto alle barricate la lotta legale, suo oggetto era – ‘è evidente da ogni riga della prefazione’ – non la questione della finale conquista del potere politico, ma quella della lotta quotidiana odierna, non l’atteggiamento del proletariato di ‘fronte’ allo stato capitalista al momento della presa dei poteri statali, ma il suo atteggiamento nel ‘quadro’ dello stato capitalista. In una parola, Engels ha dato le direttive per il proletariato subordinato e non per quello vittorioso. Viceversa la nota frase di Marx sulla questione della terra in Inghilterra, alla quale parimenti si richiama Bernstein: “verosimilmente si risparmierebbe di più a comprare i landlords”, non si riferisce al comportamento del proletariato ‘prima’ della sua vittoria ma ‘dopo’. Poiché parlare di “compera” di classi dirigenti può evidentemente aver senso solo una volta al potere la classe operaia. Ciò di cui Marx prendeva qui in considerazione la possibilità, è l”esercizio pacifico della dittatura proletaria’ e non il rimpiazzo della dittatura con riforme sociali capitalistiche. Sia per Marx che per Engels la necessità in se stessa della presa del potere politico da parte del proletariato fu in ogni tempo una questione fuori discussione. E restò riservato a Bernstein di prendere il pollaio del parlamentarismo borghese per l’organo eletto a ratificare la più profonda trasformazione storico-mondiale: il passaggio della società da forme ‘capitalistiche a forme socialiste’. Ma Bernstein non aveva cominciato le sue elucubrazioni teoriche paventando e diffidando il proletariato dal giungere ‘precocemente’ al potere?!” [Rosa Luxemburg, ‘Riforma sociale o rivoluzione?’ (in) R. Luxemburg, a cura di Luciano Amodio, ‘Scritti scelti’, Milano, 1963] [(1) Karl Marx, ‘Die Klassenkämpfe in Frankreich 1848-1850′, con prefazione di F. Engels, Berlin, 1895 (articolo già pubblicato sulla Neue Rheinische Zeitung’, Politische-ökonomische Revue, London, Hamburg & New York, 1850]
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- Articolo pubblicato:2 Febbraio 2016