“È nota la critica che mosse Marx all’applicazione «egualitaria» della formula ricardiana del valore (in polemica con Proudhon, indicò in Thompson e Bray gli originari elaboratori di una teoria di cui Proudhon e Rodbertus non sarebbero stati che epigoni) e alla teoria del tempo di lavoro come unità di misura diretta della moneta elaborata da Gray (1). I socialisti ricardiani non possono essere considerati precursori di Marx come anticipatori della teoria dello sfruttamento o della concezione materialistica della storia in tutta l’estensione del significato che queste teorie hanno nel sistema di Marx. Ma anche il ‘Manifesto del Partito comunista’ redatto da Marx e da Engels alla fine del 1847, molto più che pensiero originale (un’espressione sufficientemente esplicita di quella «novità» che il marxismo doveva introdurre nell’ideologia rivoluzionaria socialista è soltanto nel ‘Capitale’ pubblicato molti anni dopo), offre una sintesi, genialmente vigorosa, di un certo comune patrimonio dei vari gruppi d’avanguardia che tra il 1820 e il 1848 hanno preconizzato la rivoluzione sociale. Nei socialisti cooperatori l’attacco era rivolto contro l’ordine esistente che si voleva trasformare e sovvertire attraverso piani di riforme dai quali era assente una rigorosa analisi critica, ma con la consapevolezza che il sistema capitalistico non era soltanto l’espressione della natura umana, ma anche un prodotto storico che poteva essere trasformato attraverso l’organizzazione cooperativa, sindacale e politica della classe operaia. Ciò condusse ad una riscoperta dell’intima relazione tra momento economico e momento politico e ad una più netta presa di coscienza del fatto che nella società capitalistica chi controllava la proprietà controllava il governo e lo Stato (e questa nozione dello Stato strumento della classe dominante fu poi elaborata in modo più articolato dall’ala socialista del cartismo e, prima, da Smith e Morrison” [dall’introduzione di Gino Bianco e Edoardo Grendi, pag LXXXVIII] [(1) K. Marx, loc. cit. Su Bray in ‘La miseria della filosofia’, ed.it., Roma, 1950, pp. 57-64] [Gino Bianco Edoardo Grendi, ‘La tradizione socialista in Inghilterra. Antologia di scritti politici, 1820-1852’, Giulio Einaudi, Torino, 1970]