“Gli anni venti rappresentano un tappa importante per lo sviluppo e la divulgazione del marxismo in Urss. All’inizio degli anni venti apparve il primo numero della rivista marxista socio-politica “Sotto la bandiera del marxismo” [“Pod znamenem marksisma”]. Sulle pagine di questa rivista fu pubblicata la storica lettera di V.I. Lenin ‘Sull’importanza del materialismo militante’, nella quale era esposto il programma dell’attività della rivista e di tutti i marxisti sovietici del tempo. Era ancora enorme la pressione che l’ideologia borghese esercitava sul materialismo dialettico e sull’ideologia proletaria sovietica in genere e proprio per questo la rivista “Sotto la bandiera del marxismo” doveva necessariamente costituire, come indicava Lenin, l’organo di battaglia del materialismo militante. In primo luogo essa doveva coraggiosamente e costantemente smascherare e perseguitare tutti i “lacché accademici dell’oscurantismo clericale” contemporanei, in secondo luogo doveva costituire un organo dell’ateismo militante. La risoluzione di questi compiti presupponeva un grande e complesso lavoro teorico nel campo della filosofia. Per una critica puntuale delle speculazioni idealistiche e per un’interpretazione materialistica delle stesse scoperte scientifiche, era necessario, come sottolineava Lenin, uno studio attento dei progressi delle scienze naturali. A questo lavoro, indicava Lenin, era necessario far partecipare gli scienziati della natura stringendo con loro una forte collaborazione. Ma per essere scientemente predisposti a questo lavoro, era necessaria anche una solida base filosofica, una solida concezione del mondo. Infatti Lenin scriveva: “In mancanza di una base filosofica solida non vi sono scienze naturali né materialismo che possano resistere all’invadenza delle idee borghesi e alla rinascita della concezione borghese del mondo (1)”. Per “una base filosofica solida” Lenin intendeva tutto lo sviluppo possibile della teoria della dialettica materialistica. I quadri filosofici che si unirono intorno alla rivista “Sotto la bandiera del marxismo”, all’inizio degli anni ’20, non erano numerosi e non sempre erano uniti dal punto di vista teorico-ideologico. In quel periodo Abram Moiseevic Deborin, formatosi sotto l’influenza di G.V. Plechanov, era uno dei più importanti rappresentanti del materialismo dialettico e aveva ricoperto, ancora prima del 1917, un ruolo di primo piano. Egli fondò una scuola (‘Scuola di Deborin’) formata dai suoi allievi dell’ ‘Istituto dei professori rossi’ tra cui I. Luppol, I. Podvolotskij, N. Karev, Ja. Sten ed altri, ed inoltre anche da studiosi che vi aderirono successivamente (Hessen, Bammel ed altri). Il gruppo deboriano occupava le posizioni dominanti nell’insegnamento e nell’elaborazione della filosofia marxista; la rivista “Sotto la bandiera del marxismo” ben presto, infatti, si trasformò nell’organo teorico di questo gruppo” [Vitalij Ivanovic Cerkesov, ‘Logica e marxismo in Unione Sovietica’, Bari, 1976] [(1) V.I. Lenin, ‘Sul significato del materialismo militante’, in ‘Opere scelte in sei volumi, vol. VI, Roma, 1975, p. 630] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:4 Marzo 2017