“E’ ammissibile che il progresso della tecnica, il quale fa decrescere il rapporto tra ‘v’ e ‘c’, si esprima solo nella categoria I, lasciando la seconda in stagnazione completa? E’ conforme alle leggi della società capitalista, la quale ‘esige’ da ogni capitalista l’allargamento dell’azienda sotto la minaccia della rovina, che nella categoria II non si verifichi nessuna accumulazione?». Quindi, l’unica conclusione giusta che si può trarre dalle suesposte indagini di Marx sarà che ‘nella società capitalistica la produzione dei mezzi di produzione cresce più rapidamente della produzione dei mezzi di consumo’. Come si è già detto, questa conclusione è una diretta conseguenza del principio universalmente noto secondo cui la produzione capitalistica dà alla tecnica uno sviluppo incomparabilmente più elevato in confronto alle epoche precedenti. Solo in un punto Marx si pronuncia esaurientemente in modo specifico su questa questione, e questo punto conferma interamente la giustezza della nostra formulazione: «Ciò che distingue qui la società capitalistica dal selvaggio non è, come ritiene Senior, il fatto che il selvaggio abbia il privilegio e la peculiarità di spendere il suo lavoro in un certo tempo, che non gli procura frutti risolvibili (convertibili) in reddito, cioè in mezzi di consumo. La differenza è invece la seguente: a) La società capitalistica impiega una parte maggiore [‘nota bene’] del suo lavoro annuo disponibile nella produzione di mezzi di produzione (‘ergo’ di capitale costante) che non possono risolversi in reddito né nella forma di salario né in plusvalore, ma possono operare soltanto come capitale» (‘Das Kapital, II vol. p. 436; ‘Il Capitale’, II, 2, Roma, Edizioni Rinascita, 1954, p. 97. La citazione di Lenin è tratta dall’edizione tedesca del 1885, p. 82]” [Lenin, “A proposito della cosiddetta questione dei mercati”, ‘Opere’, I, p. 81] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:25 Marzo 2017