“Negli stessi anni in cui prendeva forma definitiva l’analisi del capitalismo nel ‘Capitale’, gli sviluppi delle scienze naturali ponevano le basi per una conoscenza della natura qualitativamente superiore a quello che era accessibile a Marx. Le conoscenze acquisite dopo di allora sono tali che ogni marxista serio, che voglia restare fedele al ‘metodo’ scientifico di Marx, non può limitarsi a ripetere dogmaticamente le sue analisi, ma deve riesaminare la categoria del “ricambio organico fra uomo e natura” alla luce degli sviluppi scientifici contemporanei. Sono soprattutto la biologia, la termodinamica e l’ecologia che oggi hanno molte e importanti cose da dirci. Delle tre, indubbiamente è la ‘biologia’ che Marx ed Engels poterono seguire almeno in parte nei suoi sviluppi e di cui poterono intuire le implicazioni. La pubblicazione dell’opera di Darwin sull”Origine delle specie’ (novembre 1859) fu immediatamente salutata con entusiasmo da Marx ed Engels, che videro nella ‘teoria dell’evoluzione’ mediante selezione naturale una conferma della analisi materialistica della società e della concezione dell’uomo come parte della natura. In effetti la teoria dell’evoluzione è oggi un principio basilare, un’ipotesi irrinunciabile della moderna biologia, a cui si deve la spiegazione non solo dell’origine delle specie e della vita, ma anche di molte scoperte della biologia molecolare e della genetica. Ogni nuova scoperta della biologia, riconferma la profonda unità che sussiste tra l’uomo e la natura già colta da Marx nel 1844 (‘Manoscritti economico-filosofici’) con la formula: l’uomo è una parte della natura e la natura è il suo “corpo inorganico”” [Tiziano Bagarolo, a cura, ‘Marxismo ed ecologia. Marxismo rivoluzionario e questione ambientale. Un contributo per aprire il dibattito’, Milano, 1989]