“Fu un’idea di Lenin quella di istituire la cosiddetta «propaganda dei monumenti»: in altre parole si trattava di sostituire alle statue e ai monumenti zaristi nuove opere che onorassero i padri della rivoluzione: Marx, Herzen, Cernysevskij, e persino Bakunin. Majakovskij come scrittore, Al’tman e Annenkov come artisti ed Evreinov come regista prepararono le grandi rappresentazioni di Pietroburgo del 1919-20; Majakovskij e Lebedev disegnarono vignette di satira politica per le finestre degli uffici telegrafici di Stato in diverse località. Sempre per iniziativa di Lenin si favorì lo sviluppo dell’industria cinematografica, appena nazionalizzata, per la quale Dziga Vertov girò i primi cinegiornali «Kino-Pravda»; Vertov come regista e l’americano John Reed come scrittore (‘Dieci giorni che sconvolsero il mondo’) furono i veri fondatori del movimento documentaristico. Nel maggio 1919 furono fondate le Edizioni di Stato; anche i teatri furono nazionalizzati, con qualche notevole eccezione (come il Teatro dell’Arte e il Kamernyj Teatr di Tairov a Mosca), e nel novembre 1920 Mejerchol’d mise in scena, in un’ambientazione cubista, la prima grande rappresentazione rivoluzionaria, il romantico ‘Les aubes’ di Verhaeren. In quello stesso anno le principali scuole d’arte e di grafica moscovite furono fuse in un nuovo istituto, il Vchutemas, dotato di una «facoltà operaia» e di un originalissimo corso fondamentale. Questa rivoluzione artistica trovò corrispondenza quasi contemporanea nella nuova Repubblica tedesca del 1919” [John Willett, ‘Arte e rivoluzione’] [(in) AaVv, ‘Storia del marxismo’, Volume terzo, ‘Il marxismo nell’età della Terza Internazionale. I Dalla rivoluzione d’Ottobre alla crisi del ’29’, Torino, 1980] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]