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“Questa trascuratezza dei contemporanei per gli scritti giovanili di Marx è abbastanza naturale se si considera che gli stessi Marx ed Engels sembravano indifferenti persino alla conservazione dei propri manoscritti: nella prefazione a ‘Per la critica dell’economia politica’ Marx affermava infatti di aver abbandonato insieme ad Engels il manoscritto dell”Ideologia tedesca’ (1846) «tanto più volentieri, alla rodente critica dei topi in quanto avevamo già raggiunto il nostro scopo principale, che era di veder chiaro in noi stessi» (1). Quando nel 1867 un suo grande ammiratore e amico, il dottor Kugelmann, gli presentò una copia della ‘Sacra famiglia’ (1844), così Marx scrisse ad Engels: «Possiede una raccolta di lavori nostri migliore di quella di noi due presi insieme. Qui ho trovato nuovamente anche ‘La sacra famiglia’ che mi ha regalato e di cui manderò a te un esemplare. Fui piacevolmente sorpreso di constatare che non abbiamo da vergognarci del nostro lavoro, quantunque il culto di Feuerbach faccia ora un’impressione molto umoristica» (2). E in una lettera del 1888, Engels liquidava molto brevemente  ‘L’ideologia tedesca’: «Prima di mandare a stampare queste righe, ho cercato e guardato ancora una volta il manoscritto del 1845-46. La parte che concerne Feuerbach non è completa. La parte completa consta di un’esposizione dell’interpretazione materialistica della storia, la quale prova soltanto com’erano ancora incomplete, allora, le nostre cognizioni della storia economica» (3). L’atteggiamento di Engels a questo proposito viene evidenziato efficacemente da una conversazione del 1893 col russo Aleksej Voden, che nel 1927 così descriveva un colloquio relativo alle prime opere di Marx ed Engels (…). Come risulta da queste osservazioni di Engels, il metodo hegeliano delle opere giovanili fu presto superato. Verso il 1865 Marx non era ancora noto al di fuori di una cerchia ristretta, ed era in auge invece la figura di Lassalle; e quando raggiunse la fama, con la pubblicazione del primo volume del ‘Capitale’ nel 1867, egli si presentava come un economista impegnato in una dimostrazione scientifica dell’inevitabile declino del capitalismo. Già nel 1859, in una recensione a ‘Per la critica dell’economia politica’, Engels scriveva: «I tedeschi hanno sempre dato prova di eguagliare e il più delle volte di superare le nazioni civili in tutti i campi del sapere. Solo una disciplina non contava alcun nome tedesco tra i suoi seguaci. Eccone finalmente uno: Karl Marx» (3)” [David McLellan, ‘Marx prima del Marxismo. Vita e opere giovanili’, Torino, 1974] [(1) Marx, ‘Prefazione a Per la Critica dell’economia politica’, in ‘Per la critica dell’economia politica’, Roma, 1969, p. 6; (2) K. Marx F. Engels, ‘Carteggio’, vol. V, Roma 1951, pp: 21-22; (3) F. Engels, ‘Ludovico Feuerbach e il punto di approdo della filosofia tedesca’ (1886), Roma, 1902, p. 4]