“Il «potere sovietico», concludeva [Martov nel 1918, ndr], non era che «una favola, e nemmeno tanto bella». Perciò – sosteneva Martov – qualunque tentativo di restituire ai soviet l’ascendente e il potere di cui avevano goduto quando erano «libere…organizzazioni operaie… autonome dalla Stato», dovrà iniziare dalla sostituzione di una Repubblica democratica, cioè di un ordine politico fondato sulla libertà politica per tutti, allo «pseudopotere dei soviet». E per garantire l’istituzione di questa «libera Repubblica democratica», di «vitale importanza» per la classe operaia; era indispensabile convocare l’Assemblea costituente. Sbarazzatosi così della «favola» sovietica, Martov rivolse successivamente la sua attenzione -alla teoria e alla pratica bolsceviche della dittatura del proletariato, e al rapporto tra la concezione marxista di dittatura del proletariato e democrazia. Proprio questo rapporto problematico era il nocciolo del dilemma menscevico di fronte alla via bolscevica al socialismo e alla sua pretesa di portare al socialismo e alla democrazia attraverso una dittatura di minoranza. Discutendo nel corso degli anni ’40 del secolo prima con Wilhelm Weitling e Karl Heinzen, osservava Martov, Marx – con buona pace di Kautsky – aveva ammesso la possibilità di una precoce conquista del potere da parte dei proletari per mezzo di una dittatura giacobina di minoranza. Ma Marx non prevedeva certo che fosse questa a realizzare il socialismo: essa sarebbe stata semplicemente «un momento del processo stesso di rivoluzione borghese». Un conquista «prematura» e «transitoria» del potere politico da parte di una minoranza proletaria di tipo blanquista – affermava Martov – non era certo ciò che Marx ed Engels intendevano per dittatura del proletariato. La chiave della loro concezione di dittatura del proletariato era da ricercarsi piuttosto nel programma del Posdr del 1903, che definiva «conquista del potere politico da parte del proletariato nella misura in cui ciò gli permette di schiacciare la resistenza degli sfruttatori», oltre che, molti anni prima, nell’esperienza pratica della Comune di Parigi” [Israel Getzler, ‘Martov e i menscevichi prima e dopo la rivoluzione’] [(in) ”Storia del marxismo’, Volume terzo, ‘Il marxismo nell’età della Terza Internazionale. I. Dalla rivoluzione d’Ottobre alla crisi del ’29’, Torino, 1980]