“Mi contenterò di dimostrare questo con qualche esempio. Si guardino i debiti degli Stati. Sappiamo che i debiti degli Stati si sono accresciuti almeno sette volte nel corso del periodo che va dal 1914 al 1920 nei principali paesi dell’Europa. Informazioni particolarmente interessanti si trovano dal punto di vista economico nel libro del diplomatico inglese Keynes, intitolato: «Le conseguenze economiche della pace». Questo diplomatico era stato incaricato dal suo Governo di prendere parte alle trattative di Versailles. Egli ha potuto osservare direttamente, mettendosi da un punto di vista puramente borghese, quello che si faceva a Versailles. Passo passo egli ha studiato i dettagli. In qualità di economista, ha preso parte a tutte le sedute. Le conclusioni che ha dedotto dalle sue molteplici osservazioni sono molto più forti, molto più istruttive e più evidenti di quelle che avrebbe potuto fare un comunista. In effetti queste conclusioni sono quelle di un borghese, di un avversario spietato dei bolscevichi, dei quali si fa, come piccolo borghese inglese, una idea mostruosissima. La sua opinione è che tutto il mondo, per la pace di Versailles, marcia verso la bancarotta. Egli ha dato le sue dimissioni ed ha gettato il suo libro sulla faccia del Governo gridando: «Voi commettete una follia!». Citerò ora alcune cifre che daranno un’idea di insieme del debito che pesa sul bilancio delle grandi potenze. Convertirò le lire sterline in rubli d’oro, contando dieci rubli per una lira sterlina. Ecco ciò che abbiamo: «Gli Stati Uniti hanno un attivo di 10 miliardi, un passivo di zero; prima della guerra essi erano i debitori dell’Inghilterra. (…) Solo l’America si è trovata in una situazione finanziaria indipendente. Essa aveva dei debiti prima della guerra, ora resta invece la creditrice degli altri Stati. La situazione dell’Inghilterra si riassume in un attivo di 17 miliardi ed un passivo di 8 miliardi, vale a dire che la metà del suo bilancio è composto da debiti. (…) Ad onta di queste circostanze particolarmente favorevoli, ad onta della vittoria che ha riportato, la Francia resta la debitrice degli altri paesi. Uno scrittore borghese americano, citato dal compagno comunista Braun, nel suo libro: «Chi deve pagare i debiti di guerra?» (Lipsia, 1920), dimostra che i debiti sono ripartiti nel modo seguente: Nei paesi che hanno riportato la vittoria, in Inghilterra ed in Francia, i debiti costituiscono il 50 per cento del bilancio nazionale. I debiti dell’Italia costituiscono dal 60 al 70 per cento del suo bilancio, quelli della Russia il 90 per cento. Ma questi debiti, quanto a noi, non ci imbarazzano, poiché poco prima che apparisse il libro di Keynes, noi abbiamo seguito il suo prezioso consiglio di annullare i nostri debiti. Keynes non fa che rilevare qui la sua abituale bizzarria di filisteo, consigliando di annullare i debiti. Egli dice che la Francia non potrà che guadagnarne, che l’Inghilterra non vi perderà gran cosa, poiché non potrà in ogni modo ricavare niente dalla Russia. Certo l’America vi perderà. Ma Keynes conta sulla nobiltà dei sentimenti dell’America. In questo caso, i compagni russi non dividono l’opinione di Keynes e degli altri pacifisti borghesi. Noi pensiamo che essi avranno da attendere ancora abbastanza tempo, se contano per annullare i debiti sulla nobiltà dei signori capitalisti e che essi farebbero meglio a lavorare in un altro senso. Da queste cifre si vede che la guerra imperialista ha creato anche per i paesi vittoriosi una situazione impossibile” [Discorso di Lenin sulla situazione politica ed economica ed il compito della Terza Internazionale] [V.I. Lenin, ‘Tesi e statuto dell’Internazionale comunista con aggiuntivi il Manifesto della Terza Internazionale e il discorso di Lenin all’inaugurazione del Congresso’, Società editrice Avanti!, Milano, 1921 – Reprint Feltrinelli, 1967 pag 148 16°  documenti, Atti della Terza Internazionale] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]