“E’ insito nel concetto di capitale, come abbiamo visto, che, nel suo sorgere, esso proviene dal ‘denaro’, e quindi dal patrimonio che esiste sotto forma di denaro. E’ pure insito in questo concetto che il capitale, in quanto proveniente dalla circolazione, appaia come ‘prodotto’ della circolazione. La formazione del capitale pertanto non deriva dalla proprietà fondiaria (in questo caso al massimo dall”affittuario’ in quanto egli commercia in prodotti agricoli); e neppure dalla corporazione (sebbene a quest’ultimo proposito ci sia una possibilità); ma dal patrimonio mercantile ed usurario. Questo però trova le condizioni per comprare il lavoro libero solo quando quest’ultimo è staccato attraverso un processo storico dalle sue condizioni obiettive di esistenza. Solo allora questo patrimonio trova la possibilità di comprare queste stesse ‘condizioni’. Nelle condizioni della corporazione, ad esempio, il semplice denaro, che non è esso stesso della corporazione, ma del maestro, non può comprare i telai su cui fare lavorare altre persone; è prescritto su quanti telai una persona può lavorare, ecc.. In breve lo strumento stesso è ancora talmente fuso con il lavoro vivo stesso, del quale esso appare dominio, che esso in realtà non circola. Ciò che rende capace il patrimonio monetario di diventare capitale è il fatto che esso trova da una parte i lavoratori liberi; in secondo luogo trova i mezzi di sussistenza e i materiali, ecc., che altrimenti ‘d’une manière ou d’une autre’ sarebbero ‘proprietà’ delle masse ormai private delle condizioni obiettive, come pure divenute ‘libere’ e ‘vendibili’. L’altra condizione del lavoro però – una certa abilità di mestiere, lo strumento come primo mezzo di lavoro, ecc. – in questo periodo iniziale o primo periodo del capitale è ‘trovata’ da questo ‘già esistente’, in parte come risultato delle corporazioni cittadine, in parte dell’industria domestica legata, come accessorio, all’agricoltura. Il processo storico non è il risultato del capitale, ma presupposto di questo. Attraverso questo processo anche il capitalista poi si pone come mediatore (storico) tra la proprietà fondiaria ovvero tra la proprietà in generale e il lavoro. Delle fantasie sentimentali, secondo cui il capitalista e l’operaio si associano, ecc., la storia non ne sa nulla, né se ne trova traccia nello sviluppo del concetto di capitale. Sporadicamente la ‘manifattura’ si può sviluppare localmente in una cornice che appartiene ancora ad un periodo del tutto diverso, come ad esempio nelle città italiane ‘accanto’ alle corporazioni. Ma come forma generalmente predominante di un’epoca, le condizioni del capitale debbono essere sviluppate non solo localmente, ma su larga scala. (A ciò non si oppone il fatto che con la disgregazione delle corporazioni alcuni maestri si mutino in capitalisti industriali; tuttavia, nella natura della cosa, il caso è raro, Nel complesso la corporazione scompare e scompare il maestro e il garzone, laddove sorge il capitalista e l’operaio” [Karl Marx, ‘Forme economiche precapitalistiche’, Roma, 1970]