“Ecco allora un’affermazione con cui il filosofo, il teorico, il pedagogista ‘sui generis’ esprime un preciso programma di lavoro: se “l’azione pratica in Italia non è possibile”, allora è necessario “scriver libri per istruire quelli che vogliono farla da maestri. Manca all’Italia mezzo secolo di scienza e di esperienza degli altri paesi. Bisogna colmare questa lacuna ” (127). “Eccole – scrive ad Engels il 2 settembre 1892 – in poche parole che lavoro preparo: ‘la genesi del manifesto comunista’. Fine prossimo, ‘una’ traduzione ‘decente’. E come ci vorrebbe un gran commentario, così rifaccio tutto l’ambito ideale e reale da cui il ‘Manifesto’ è sortito. Spero di venirne a capo entro dicembre. Farò di fondere italianamente il pensiero astratto con la trattazione concreta – Mi arrendo a ciò con ripugnanza. I miei studi furono sempre di filosofia, filologia e storia. Accettando il socialismo come cosa fatta ed elaborata, per anni me ne sono servito come oratore ed occasionalmente. Temo la taccia di incompetente. Ma oramai c’è bisogno in Italia di libri” (128). “Un lavoro che al momento passa per le sue lezioni universitarie (129), svolte con il necessario scrupolo scientifico, anche in considerazione del fatto che l’«”interpretazione materialistica della storia”» ha bisogno per arrivare a maturità di un più largo studio di analisi particolari” (130).” [Vincenzo Orsomarso, Da Labriola a Gramsci. Educazione e politica nel marxismo italiano, Roma, 2015] [(127) A. Labriola, Carteggio III, 1890-1895, cit., p. 228; (128) Ivi, p. 245; (129) Cfr. ivi, p. 284. “Dal novembre dell’altro anno a questo giugno – scrive il 10 agosto 1891 – dedicai il mio corso di ‘filosofia della storia, nell’Università di Roma, alla esposizione e alla critica della ‘interpretazione materialistica della storia’, ossia alla dottrina di C. Marx e i suoi seguaci” (A. Labriola, ‘Scritti politici’, 1886-1904′, cit., p. 266). Alcuni anni dopo, in una lettera del 22 aprile 1894, informava Richard Fischer che già “da anni” tratta all’Università “il socialismo come una materia di insegnamento in piena regola”. Così ad esempio, nell’anno accademico 1890-1891 ha esaminato il “Manifesto del partito comunista” con una introduzione alla concezione materialistica della storia”. Dall’ottobre 1892, poi, ha stabilito “un saldo piano di lavoro dal titolo “La genesi del socialismo moderno””, impegnandosi a trattare ogni anno “il tutto in modo rapido e descrittivo”, approfondendone “una parte o un’altra attraverso lo studio dei documenti e l’analisi critica”. Così, nell’anno accademico 1892-93 si era occupato della ‘rivoluzione francese’ e del ‘cartismo’, nel successivo (1893-94) dello ‘sviluppo del marxismo e dell’internazionale” (Id., Carteggio III 1890-1895, cit., p. 395). L’8 dicembre 1894 comunica al Croce che nel corso di filosofia della storia raccoglierà, sotto il titolo di “la concezione materialistica della storia” tutti “i corsi degli anni precedenti (- e in forma sistematica)”. Pertanto, 1887, “Vico – precursore”; 1887-88, «a) Historica e Filologia – 2) origini della società moderna»; 1888-89, la rivoluzione francese; 1889-1890, «Dei rapporti fra Chiesa e Stato da Costantino alla pace di Westfalia»; 1890-91 e 1891-92, la «preistoria e la dottrina Morgan». Infine, 1892-93 e 1893-94, «La genesi del socialismo moderno» (ivi, p. 486); (130) Ivi, p. 269]